Pubblicità Lavazza Charlie Chaplin: il video dello spot che divide il web

Matteo Novelli

07/05/2020

11/05/2020 - 18:33

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La pubblicità di Lavazza con il discorso di Charlie Chaplin fa discutere: per molti il video è fuori luogo e il passato dell’artista divide il web e infiamma le polemiche. Ecco perché lo spot fa discutere.

Pubblicità Lavazza Charlie Chaplin: il video dello spot che divide il web

Il video della pubblicità Lavazza con il discorso di Charlie Chaplin sta facendo il giro del Web: apparso in TV da qualche giorno, lo spot sta ricevendo diverse critiche e apprezzamenti da parte degli utenti spettatori, e consumatori, dell’amato marchio di caffè.

Nel video dello spot, soprannominato “Good Morning Humanity”, abbiamo alcune delle parole più celebri di Charlie Chaplin, il celebre “discorso all’umanità” fatto dal noto attore e regista diventato un’icona del cinema classico anni ’30 e ’40 tratto dal film Il grande dittatore.

La critica del web, che sta infiammando nelle ultime ore le discussioni su Facebook e Twitter (dove spopola l’hashtag #Lavazza), vede da una parte chi accusa il film di eccessivo buonismo e dall’altra chi scava nel passato più oscuro dell’artista (tra accuse di maltrattamenti e pedofilia) trovando poco adatto l’associazione tra le immagini mostrate e Chaplin. Ma è davvero così?

Pubblicità Lavazza con discorso Charlie Chaplin: il video dello spot

Lo spot racchiude in 60 secondi il celebre discorso di Charlie Chaplin in una delle ultime sequenze finali de Il grande dittatore, lasciato opportunamente in lingua originale: la campagna nasce per incoraggiare in qualche modo i cittadini italiani in questa lenta fuoriuscita dall’emergenza coronavirus, ora che proprio ha inizio la fase di convivenza con la pandemia mondiale.

Un inno all’umanità, che trovate nel filmato qui sotto:

Questo invece il discorso tratto dal film, tradotto e trascritto in italiano (e visibile in sovrimpressione in tempo reale nello spot):

Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca. E’ sufficiente per tutti noi. Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Vi avete il potere di rendere questa vita libera e magnifica, di trasformarla in un’avventura meravigliosa. Combattiamo per un mondo nuovo, un mondo giusto, che dia a tutti un lavoro. Ai giovani un futuro e agli anziani la sicurezza. Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso, diano a tutti gli uomini il benessere. Uniamoci tutti!

Pubblcità Lavazza Charlie Chaplin: perché divide e fa discutere

I commenti negativi, accanto a quelli positivi (seppur ridotti) si sprecano: solo aprendo il video dello spot sul canale Youtube di Lavazza di può notare la miriade di commenti negativi presenti all’interno dell’apposita sezione.

La scena originale de “Il grande dittatore” utilizzata per lo spot Lavazza

C’è chi si lamenta per la poca attinenza tra le immagini, e il messaggio, mostrato e lo scopo ultimo di Lavazza: sponsorizzare o vendere caffè, chi individua un eccessivo buonismo ai limiti della propaganda e chi, nonostante l’intendo della pubblicità sia dichiaratamente opposto, riesce ad individuare persino del razzismo.

Polemiche e opinioni condivisibili o meno, ciò che colpisce è l’alto numero di commenti negativi presenti, messi anche in risalto dal numero di like ricevuti (che pone in alto i post dando di conseguenza maggior risalto ai post).

Su Twitter il dibattito imperversa e c’è chi mette in evidenza la cattiva scelta di Lavazza nell’associare la figura di Chaplin allo spot, scavando e riportando a galla un passato non proprio roseo dell’artista, tra accuse di pedofilia (emerse dalle varie biografie, dove si racconta l’attenzione di Chaplin per donne molto giovani, come il caso Lilita Grey, sposata per poco tempo con l’artista a solo 12 anni).

I contenuti dello spot sono poi diventati anche politici, con chi critica uno spot “troppo di sinistra” minacciando di passare alla concorrenza.

Insomma, una bufera per Lavazza che ricorda vagamente quanto accaduto a Gilette diverso tempo fa: “purché se ne parli” è nella pubblicità un concetto spesso associato a spot vincenti. Forse Lavazza ha involontariamente centrato l’obiettivo prefissato dalla nuova campagna.

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