Province: passa la riforma al Governo. Dal 2014 saranno 35 in meno

Michael Stagnitto

31 Ottobre 2012 - 16:43

Province: passa la riforma al Governo. Dal 2014 saranno 35 in meno

Ottimo lavoro quello che sta vedendo luce in questi giorni per ridimensionare i costi del decentramento dei poteri sul territorio.

L’Italia si prepara a ridimensionare il numero delle Province, (con conseguente aumento del controllo sulla gestione oltre che da un punto di vista economico), che, come il decreto sul riordino degli enti di area vasta, prevede il passaggio da 86 a 51. Il decreto avrà effetto soltanto nel 2014, quando dovrà concludersi il programma elaborato dall’Esecutivo all’interno del Dl.

Punti fondamentali del decreto

A spiegare ulteriori punti della riforma, già approvata dalla supervisione del Governo, è il Ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi durante una conferenza stampa a palazzo Chigi: "Dal 1 Gennaio 2014 diventeranno operative le Città Metropolitane, che sostituiscono le Province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, rimasto finora incompiuto".

Modifiche sostanziali sulla struttura interna delle Regioni

Griffi continua introducendo ulteriori modifiche specificando che "Dal primo Gennaio 2013 verranno meno le giunte provinciali e sarà data la possibilità ai presidenti di delegare al massimo 3 consiglieri, per consentire la gestione ordinaria nella fase di transizione, e, nello stesso tempo, saranno previsti una serie di adempimenti, in particolare sui bilanci".

Possibili tagli su stipendi dei presidenti di regione

Le giunte in Parlamento sono vicine al raggiungimento di un accordo con i consiglieri regionali circa i tagli dei costi della politica, che, se vedesse la luce, apporterebbe minori trasferimenti ai gruppi consiliari, con conseguenti risparmi tra i 35 e i 40 milioni di euro l’anno.

Si discute in primo luogo sul ridimensionamento degli stipendi per i presidenti di regione, che in questo momento oscillano tra 7 e 14 mila euro netti mensili.
L’obbiettivo sancito dal decreto in elaborazione fisserebbe un tetto massimo di 7500 euro netti al mese.

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