L’Italia è ferma da 20 anni nell’ambito della produttività. A riportarlo è l’Istat che spiega anche un incremento della produttività totale dei fattori a un tasso annuo dello 0,5%, in cui figura una crescita media dello 0,9% della produttività del lavoro e un calo dello 0,7% della produttività del capitale.
Italia in stallo dal 1992
Nel 2011 la crescita è stata dello 0,4%, grazie all’incremento nel settore agricolo (+2%) e nel settore delle attività ricreative-culturali (+5,1%), mentre nell’ambito informativo e della comunicazione si è registrata una flessione del 2,4%.
Dal 1992, invece, la crescita ha coinvolto il settore agricolo (+2,9%), finanza e assicurazioni (+2,6%), informazione e comunicazione (+2,4%). I cali hanno riguardato le attività professionali (-1,6%), le costruzioni (-1,2%), l’istruzione, la sanità e i servizi sociali (-1%).
Catricalà: "Sono fiducioso sull’accordo"
I dati dell’Istat sono giunti nel giorno in cui si chiudono le discussioni tra Governo e parti sociali relative agli incentivi fiscali in cambio di un incremento della produttività.
Sotto questo aspetto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà si è dichiarato fiducioso: "Non chiudiamo spazi prima che vengano chiusi da altri. Io sono speranzoso fino alla fine". "Ho visto accordi che partivano molto male e sono finiti molto bene", ha proseguito "altri che sono partiti molto bene e sono finiti malissimo. Oggi si decide".
Catricalà ha inoltre affermato che ci "deve essere un accordo per la produttività, cioè dobbiamo vedere che quei soldi, che sono soldi degli italiani, vengano utilizzati al fine di colmare quel gap che ci separa dai nostri concorrenti".
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