Primarie PD, Financial Times si schiera con Matteo Renzi: è più vicino a Monti

Daniele Sforza

22 Novembre 2012 - 17:23

Primarie PD, Financial Times si schiera con Matteo Renzi: è più vicino a Monti

Un fulmine a ciel sereno si abbatte sulle primarie PD: ma è un fulmine amorevole per un solo candidato. Il Financial Times si schiera ufficialmente con Matteo Renzi. Tra i principali motivi di questo inatteso endorsement, la sua vicinanza con Mario Monti.

Perché non continuare con Monti?

L’élite economica esige che Mario Monti rimanga al suo posto: così titolava qualche giorno fa il Financial Times. Un Monti-bis, a sentire il parere degli italiani, è inaudito: significherebbe per il popolo continuare sulla scia dei sacrifici, piegare il capo agli ordini della troika, proseguire sulla strada di lacrime e sangue creata dalle manovre e dalle misure anti-crisi, ma soprattutto dire addio alla crescita, come la maggior parte delle previsioni profetizza. Eppure all’estero le idee sono totalmente diverse: regna su tutte l’idea che Mario Monti abbia ridato credibilità all’Italia spodestando Silvio Berlusconi; segue poi l’idea che Monti faccia parte di quella generazione di leader europei coraggiosi e volenterosi sul piano delle riforme; infine si annovera l’appoggio incondizionato di Obama, che lo ha premiato come miglior traduttore europeo per mediare con Angela Merkel.

Se Monti-bis non c’è, meglio Renzi che Bersani

Eppure un Monti-bis è stato sventato (peraltro oggi) anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha dichiarato "senza senso" la creazione di una lista Monti per le prossime politiche 2013.

E allora cosa arriva alla comunità internazionale? Le voci che circolano sono quelle di un PD (primo partito del Paese) che si avvicina alle primarie con due candidati, due volti diversi della politica italiana e due correnti di pensiero che riscontrano alcune differenze per quanto riguarda l’aspetto europeo.

A chi va l’endorsement del Financial Times, allora? A Matteo Renzi, sicuramente più vicino, rispetto a Pier Luigi Bersani, alle idee e al carattere di Mario Monti.
E’ lui il volto nuovo della sinistra italiana, il leader anti-dinosauri che spazzerà via il tradizionale vecchiume politico per guidare l’Italia verso l’uscita dalla crisi ma soprattutto verso l’uscita da anni di stagnazione politico-economica? Quel che è certo è che lui il candidato ideale per succedere a Monti, viste le affinità con il suo programma economico. Eppure riuscirà a guidare il Paese verso un’unione "storica" tra centrosinistra e centrodestra? Non strabuzzate gli occhi: le idee divergeranno sempre, ma almeno le basi saranno comuni. Gli italiani, abituati alla politica da salotto, fatta di grida, urla, accuse, minacce e querele da una parte e dall’altra, fatta da nemesi letterarie e nemici che sembrano appartenere alle forze del Male, potrebbero vedere in Renzi un volto nuovo che riesca a far avvicinare due opinioni divergenti in una base comune: il benessere del Paese.

Un endorsement forzato?

Risulta chiaro come il Financial Times veda in Renzi non tanto l’uomo nuovo della politica italiana, quanto piuttosto un Monti-bis con un volto diverso. Il rapporto con Obama e un programma politico che dà spesso ragione alle manovre del governo Monti fanno il resto. A ricevere lo schiaffo è Bersani che, nonostante sia in vantaggio di 10 punti percentuali sul suo rivale più diretto, paga il suo parere contrario su certe riforme e determinati attacchi a Monti. Inoltre Bersani è il vecchio volto della politica (di sinistra e non solo) e in ambito di rinnovamento non risulta alla comunità internazionale l’uomo adatto per proseguire il percorso iniziato da Monti.
E così l’Italia diventa il Paese delle mille contraddizioni, sfiduciata dalla politica e dalle istituzioni, che alla fine, potrebbe far vincere a sorpresa il movimento più anti-europeista del Paese, attualmente il secondo partito del Paese, ovvero il Movimento 5 Stelle, quello che fa più paura ai mercati e alla comunità internazionale.
La risposta degli italiani? Si farà attendere. Ma l’impressione, in conclusione, è sempre quella di sentirsi braccati ovunque da interessi che non hanno nulla a che vedere con i nostri.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it