Il prezzo del petrolio torna a viaggiare in rosso nonostante l’inaspettato crollo delle scorte statunitensi. Qual è il motivo?
Il prezzo del petrolio rinuncia al rimbalzo e torna a viaggiare in rosso.
Nonostante le scorte statunitensi abbiano mostrato un inaspettato crollo, il prezzo del petrolio ha messo a segno guadagni soltanto limitati e qualche ora dopo la pubblicazione dei risultati è tornato a perdere ampio terreno.
Secondo quanto affermato dai più recenti dati macro, le giacenze di petrolio degli USA sono diminuite di 7,564 milioni di barili, mentre gli analisti avevano previsto una flessione di 2,850 milioni.
Il risultato della rilevazione non è riuscito a risollevare la quotazione e questo perché alla diminuzione delle scorte non è corrisposto un reale riequilibrio del mercato. Il clima di sfiducia non sembra voler abbandonare campo e le più recenti previsioni sul prezzo del petrolio continuano ad essere orientate al ribasso.
Perché crollano sia scorte che prezzi
Molti analisti hanno fatto notare come alla flessione delle scorte di greggio statunitensi non sia in realtà corrisposto un crollo generalizzato dell’offerta sul mercato e dunque del prezzo del petrolio. Le giacenze non sono scomparse, ma si sono semplicemente spostate.
Se la riduzione delle scorte americane è più che evidente, altrettanto lo è la sempre crescente domanda di greggio da parte della Cina e dal mercato asiatico in generale. Le esportazioni USA rimangono elevate, mentre dall’Oriente nessun segnale di riduzione è giunto sul mercato.
Tutto ciò ha contribuito ancora una volta ad alimentare il crollo del prezzo del petrolio e la sfiducia degli investitori, convinti ormai che il riequilibrio del mercato sia solo un miraggio.
Prezzo petrolio: le nuove previsioni EIA
A pesare sulla quotazione sono state anche le recenti dichiarazioni dell’Energy Information Administration statunitense che ha deciso di rivedere al ribasso le stime relative al futuro andamento della quotazione di greggio.
Queste sono state tagliate di 2 dollari a barile per quanto riguarda il 2017 e di 4 dollari a barile per quanto riguarda il 2018: ciò significa che secondo le nuove previsioni EIA il prezzo del petrolio viaggerà a $51 quest’anno e a $52 il prossimo.
Le stime sulla produzione
C’è comunque da notare come l’agenzia abbia scelto di rivedere anche le proprie stime 2018 relative alla produzione di greggio statunitense: queste sono state abbassate a 9,9 milioni di barili al giorno ed è stata anche questa scelta a fornire nuovo supporto al prezzo del petrolio nella sessione di ieri.
Ricordiamo, comunque, che anche rivisto al ribasso, tale livello di produzione è ben al di sopra del livello medio annuo statunitense - l’ultimo record risale al 1970, anno in cui la produzione ha toccato i 9,6 milioni di barili.
Prezzo petrolio: cosa aspettarsi?
Secondo Damien Courvalin di Goldman Sachs, il declino delle scorte statunitensi non aiuterà il prezzo del petrolio ad assestarsi definitivamente.
Neanche Barclays è convinta che i dati sulle giacenze riusciranno a riequilibrare i prezzi. La società ha rivisto al ribasso le sue previsioni di breve sul petrolio Brent che sono passate a $49 per il trimestre luglio-settembre, mentre per la fine dell’anno sono scese da $55 a $52.
In altre parole, se da un lato il declino delle scorte statunitensi ha aiutato la quotazione a recuperare parte delle recenti perdite, dall’altro esso non è riuscito a convincere gli analisti: il prezzo del petrolio continuerà a mostrarsi in tutta la sua debolezza almeno fino alla fine dell’anno corrente.
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