Prezzo del petrolio in salita, Arabia Saudita e altri in Medio Oriente tagliano i rapporti con il Qatar. A rischio l’accordo OPEC sui limiti di produzione del greggio.
Il prezzo del petrolio è in forte rialzo: le tensioni in Medio Oriente alimentano la paura che l’accordo dell’OPEC sulla produzione di greggio possa saltare.
Nella sessione di lunedì la quotazione del petrolio è in rapida salita a causa di un’importante frattura politica in Medio Oriente, che vede l’Arabia Saudita ed altri tre Paesi dell’area troncare di netto i rapporti con il Qatar.
Prezzo del petrolio sale, tensioni in Qatar: i fatti
L’Arabia Saudita, l’Egitto, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato un taglio dei rapporti con il Qatar lunedì, accusando il Paese di intromettersi nei loro affari interni e di sostenere il terrorismo.
Il mese scorso, l’agenzia di stampa statale controllata dal Qatar ha pubblicato dei commenti presumibilmente per bocca del suo emiro in cui si elogia l’Iran e Hamas viene definito il legittimo rappresentante del popolo palestinese. Il Qatar ha dichiarato che la sua agenzia di stampa statale era stata attaccata, ma l’Arabia Saudita, gli EAU, il Bahrein e l’Egitto hanno comunque bloccato i siti web di diverse agenzie qatariote.
L’impatto sulla quotazione del petrolio
I trader sul petrolio sono sensibili alle tensioni del Medio Oriente perché temono delle disfunzioni nella produzione, spiegano gli analisti.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures sul greggio leggero con consegna a luglio scambiano a 48,21 dollari al barile, in rialzo dell’1,1%. Il Brent sull’ICE con consegna ad agosto è in rialzo di 56 centesimi, pari ad un +1,1%, a 50,50 dollari al barile.
Tuttavia, gli sviluppi più recenti non sembrano poter avere un impatto diretto sulla produzione e sull’esportazione di petrolio: i movimenti attuali del prezzo del petrolio sono in gran parte una mossa speculativa.
Accordo OPEC a rischio
I trader sul mercato del petrolio attendono di conoscere se il Qatar, membro dell’OPEC, deciderà di uscire dall’accordo sulla riduzione della produzione.
I recenti avvenimenti portano il Qatar ad avere poco motivo per continuare a limitare la quota di produzione e se decidesse di abbandonare i limiti concordati potrebbe incoraggiare altri membri dell’OPEC ad uscire dall’accordo.
Alla fine dell’anno scorso, l’OPEC ha deciso di tagliare la sua produzione di 1,2 milioni di barili al giorno per ridurre l’afflusso di approvvigionamento. In un primo momento, la mossa ha alzato il prezzo del petrolio, ma gran parte di questi guadagni sono stati cancellati a causa dell’aumento della produzione negli Stati Uniti e in Libia. Il programma dei tagli è stato recentemente esteso fino al prossimo marzo.
Il petrolio ha subito una battuta la scorsa settimana scendendo di oltre il 4%, la discesa settimanale più pesante da inizio maggio. Il sentiment è peggiorato ulteriormente dopo che i dati del gruppo industriale Baker Hughes hanno mostrato venerdì che i produttori statunitensi hanno aggiunto 11 impianti attivi nella settimana conclusa il 2 giugno, un aumento consecutivo ormai da 20 settimane.
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