L’aumento settimanale delle giacenze di petrolio greggio degli Stati Uniti è il più grande dal 2001. Il prezzo del petrolio torna a scendere sotto i 57 dollari. Pesa la super produzione dell’Arabia Saudita e dell’OPEC.
Il prezzo del petrolio torna a scendere verso quota 57 dollari al barile mercoledì, dopo il più grande aumento settimanale di giacenze di petrolio greggio dal 2001 e la registrazione da parte delll’Arabia Saudita di una produzione da record nel mese di marzo.
La Energy Information Administration (EIA) ha riferito che le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti sono aumentate nella settimana conclusa il 3 aprile di 10,9 milioni di barili - il più grande aumento settimanale da marzo 2001 - a un record di 482,39 milioni di barili di giacenza totale.
Un sondaggio Reuters prevedeva invece un ,aumento delle scorte di greggio statunitense di 3,4 milioni di barili.
"Il report ha effetti ribassisti sul prezzo del petrolio dato il grande accumulo di scorte di petrolio greggio e l’aumento alquanto sorprendente delle scorte di benzina"
ha detto John Kilduff, partner della Again Capital LLC a New York.
Alle 16:44 il Brent con scadenza a maggio è sceso di 2,06 dollari a 57,04 dollari al barile e il greggio statunitense con scadenza a maggio è sceso di 2,34 dollari a 51,64 dollari al barile.
Entrambi avevano registrato forti guadagni nelle ultime due sessioni, ma sono ancora in calo di circa il 50 per cento da giugno dello scorso anno.
Riguardo invece alla produzione mondiale di petrolio, il ministro saudita del petrolio Ali al-Naimi ha riferito martedì che la produzione in Arabia Saudita probabilmente rimarrà a circa 10 milioni di barili al giorno, dopo il raggiungimento di un record di produzione di 10,3 milioni di barili al giorno a marzo.
Il ministro Naimi ha poi aggiunto di essere pronto pronto a "migliorare" i prezzi, ma solo se i produttori al di fuori della Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) si uniranno nell’intento.
Anche l’Iraq e la Libia hanno aumentato la loro produzione nel mese di marzo, aggiungendolo alla produzione totale dell’OPEC, che si attesta a circa 31,5 milioni di barili al giorno il mese scorso, secondo l’analista Olivier Jakob della Petromatrix con sede in Svizzera.
Una delegazione dell’Iran è a Pechino questa settimana per discutere sulla vendita di petrolio e su investimenti cinesi in Iran, pochi giorni dopo che Teheran e le potenze mondiali hanno raggiunto un accordo nucleare preliminare.
Tuttavia, rimane improbabile un significativo aumento delle esportazioni di petrolio iraniano almeno fino al 2016, come riportano molti analisti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA