Cresce l’attesa per la riunione del 5 giugno dell’OPEC, che ora produce circa 30 milioni di barili al giorno. Senza un taglio di produzione, il prezzo del petrolio continuerà a diminuire.
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) potrebbe inondare il mercato di barili di petrolio in eccesso per anni - spingendo ancora più in basso il prezzo del petrolio - se non sceglierà di fare qualcosa per modificare i livelli attuali di produzione durante l’attesissima riunione del cartello petrolifero a giugno.
"Se l’OPEC non farà qualcosa e non trovera un modo di bilanciare la produzione con la rischiesta, galleggeremo tutti su un eccesso di petrolio per un tempo molto lungo",
ha avvertito Kevin Kerr, presidente della Kerr Trading International.
Gli appelli all’OPEC affinché diminuisca la produzione vengono sollevati da novembre 2014, ma il voto dell’organizzazione è stato chiaro: niente taglio alla produzione nonostante il crollo dei prezzi del petrolio.
Anche se i prezzi del petrolio sono ora in fase di recupero, sono ancora nettamente inferiori ai picchi dell’estate del 2014.
L’OPEC ha mantenuto un livello di produzione totale di 30 milioni di barili al giorno ormai da tre anni; gli analisti però sperano che il cartello petrolifero diminuisca il target di produzione durante la prossima riunione, il 5 giugno a Vienna.
Ma se l’OPEC decidesse di mantenere invariata la produzione, sarebbe un segnale chiaro che l’organizzazione è determinata a continuare con la sua politica di mantenimento della quota di mercato, anche se i prezzi scenderanno ancora.
L’OPEC ha già immesso nel mercato molto più petrolio di quanto avrebbe dovuto.
L’organizzazione ha prodotto 30,93 milioni di barili di petrolio al giorno nel mese di aprile - raggiungendo il record produttivo più alto da novembre 2012.
La produzione in Arabia Saudita, il più grande produttore di petrolio dell’OPEC e il paese con la più alta capacità di produzione, è in aumento; ha superato i 10 milioni di barili al giorno ad aprile.
L’Arabia Saudita ha già detto in modo chiaro - facendo quello che sta facendo - che non è disposta a tagliare la produzione nonostante il calo dei prezzi, e che piuttosto preferisce mantenere la sua quota di mercato, costringendo gli altri Paesi produttori di petrolio a diminuire l’attività di estrazione, lavorazione e commercializzazione di petrolio.
La produzione di petrolio è aumentata nonostante i prezzi del West Texas Intermediate (WTI) e del Brent siano ancora al 40% in meno rispetto ai record della scorsa estate.
La "battaglia" per la quota di mercato è appena iniziata, come l’Agenzia internazionale dell’energia ha commentato nel suo ultimo rapporto mensile riguardo il petrolio.
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