Prezzo del petrolio ai massimi di 5 settimane con le speranze (infondate) nell’OPEC

Flavia Provenzani

16 Agosto 2016 - 12:51

Prezzo del petrolio ai massimi di 5 settimane, il mercato torna a sperare in un accordo sulla produzione dell’OPEC . Ma gli analisti avvertono: è improbabile.

Prezzo del petrolio ai massimi di 5 settimane con le speranze (infondate) nell’OPEC

Il prezzo del petrolio rimane ai massimi di 5 settimane nella sessione di martedì grazie al sostegno delle aspettative per la prossima riunione dell’OPEC, in programma alla fine del mese di settembre. I trader sperano nell’arrivo di un accordo sula produzione portando al rialzo il prezzo del petrolio, anche se alcuni hanno stanno già prendendo profitto dal rally della quotazione di circa il 16% dall’inizio di agosto.

Il prezzo del petrolio Brent è in rialzo a $48.35 al barile, in rialzo di oltre il 15 per cento dai minimi del 2 agosto a $41.51.
Il greggio WTI scambia invece a $45.76 al barile, in rialzo di oltre il 16 per cento dai minimi del 3 agosto a $39.19.

Il recente rialzo del prezzo del petrolio è sostenuto dalla speranza degli investitori che i maggiori produttori al mondo possano congelare i livelli di produzione nel tentativo di ristabilire l’equilibrio tra la domanda e l’offerta.

"Il prezzo del petrolio greggio è salito ai massimi di quattro settimane, con il potenziamento della speranza che l’OPEC possa discutere di un possibile tetto sulla produzione durante il prossimo incontro tra i membri del gruppo. Potrebbe partecipare anche la Russia, che si è detta aperta a tali colloqui"

commenta la ANZ Bank in una nota del giorno.

Guidata de facto dall’Arabia Saudita, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di Petrolio recentemente è tornata a convincere il mercato che un accordo sulla produzione, e il conseguente rialzo del prezzo del petrolio, è una reale possibilità.

Tuttavia, molti trader dubitano sulla reale capacità dell’OPEC di giungere ad un accordo a causa delle profonde spaccature tra un membro e l’altro e l’estrema difesa delle proprie quote di mercato.

Gli analisti ritengono che anche i timori circa la produzione di petrolio in Venezuela stia mantenendo alto il sentiment sul prezzo del petrolio.

I mercati si stanno convincendo che sì, ci sarà un congelamento coordinato dei livelli di produzione che spingere una ripresa del prezzo del petrolio ma sembra proprio che l’OPEC sia tornata a prendere in giro il mercato.
Non è la prima volta che le figure chiave all’interno del cartello economico rilasciano dichiarazioni al chiaro scopo di spingere artificialmente l’ottimismo, che nel breve termine alimenta la crescita del prezzo del petrolio.

I commenti del ministro saudita hanno spinto il prezzo del petrolio in rialzo di quasi il 5% durante le prime battute della sessione di venerdì, portando la quotazione di Brent e WTI ai massimi di 5 settimane.

"Questo ha spinto alcuni investitori a chiudere le posizioni short sul petrolio, spingendo in rialzo la quotazione",

spiega la ANZ Research.

Prezzo del petrolio in salita, l’OPEC torna a giocare con il mercato

Negli ultimi tempi il prezzo del petrolio è rimasto incastrato in una fase laterale con i trader e gli analisti divisi sulle prospettive per il mercato dell’energia su quando tornerà l’equilibrio tra domanda e offerta, il driver principale che guiderà la ripresa definitiva del prezzo del petrolio.

Questa settimana l’OPEC ha annunciato che i rappresentati dei 14 membri del cartello economico si incontreranno in Algeria alla fine di settembre, aggiungendo che il gruppo "continua a seguire da vicino gli sviluppi", "in costante riflessione" sul modo con cui contribuire a ripristinare la stabilità del prezzo del petrolio.

Tuttavia, con l’Arabia Saudita che continua ad estrarre petrolio a livelli record - 10,67 milioni di barili al giorno nel mese di luglio - alcuni analisti hanno seri dubbi sulla sincerità nelle parole dei rappresentanti del Paese.

"L’Arabia Saudita potrebbe anche essere disposta al confronto ma i suoi ultimi sviluppi hanno incluso una produzione da record nel mese di luglio per soddisfare sia la domanda interna che le esportazioni. Questo non sembra l’atteggiamento di un Paese disposto ad abbandonare la propria quota di mercato",

ha dichiarato Tim Evans, analista presso Citi Futures.

Nonostante l’aumento da parte dell’OPEC, la crescita della produzione mondiale è in fase di correzione grazie all’output dei paesi al di fuori dell’OPEC e all’aumento della domanda, come dichiarato giovedì dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE).

L’istituto prevede che la produzione non-OPEC diminuirà di 900.000 barili quest’anno, per poi risalire di 300.000 barili al giorno nel 2017. Brutte notizie invece sul fronte della domanda: l’AIE prevede un rallentamento delle richieste a 1,2 milioni barili al giorno nel 2017, in calo da 1,4 milioni di barili previsti per quest’anno.

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