Prezzo del petrolio, il rialzo ormai finito: ecco perché la quotazione rimarrà sotto i 50 dollari nei prossimi mesi secondo Goldman Sachs.
Il rialzo del prezzo del petrolio - il rally che ha portato la quotazione a guadagnare circa il 90% dai minimi di febbraio - è finito.
Perché la spinta rialzista si è esaurita e cosa riserva il futuro per il prezzo del petrolio?
Le interruzioni alla produzione possono anche aver portato il prezzo del petrolio ai massimi del 2016, ma le previsioni di Goldman Sachs parlano chiaro: stop al rialzo.
"Nel complesso, vediamo un recupero fragile del prezzo del petrolio",
scrive Goldman Sachs nella sua ultima nota.
Prezzo del petrolio, addio al rialzo. Ecco perché
Nessuna speranza per un nuovo rialzo dei prezzo del petrolio oltre i 50 dollari al barile. Dopo gli incendi, la produzione canadese sta tornando a regime, in Nigeria si è vicini ad una soluzione per impedire ulteriori stop alla produzione, l’output dell’OPEC si conferma oltre le attese e aumenta il rischio di assistere a dei cali di produzione sempre più piccoli: sono questi i fattori che nel medio termine impediranno al prezzo del petrolio di salire ancora.
Gli incendi nei pressi degli stabilimenti in Canada e gli attacchi dei ribelli alle infrastrutture dell’industria energetica in Nigeria hanno contribuito a spingere al rialzo il prezzo del petrolio; le interruzioni erano arrivate a livelli pluriennali, con oltre 3,5 milioni di barili al giorno tolti alla produzione nel mese di maggio, secondo i dati di Goldman.
Questioni climatiche e mancanza di investimenti hanno fatto crollare la produzione di petrolio del Venezuela di circa 85.000 barili al giorno.
Ma la produzione canadese dovrebbe tornare a regime entro la fine di giugno e sono in corso delle trattative tra i ribelli e il governo nigeriano per dare fine agli attacchi agli impianti petroliferi.
Per questo motivo, l’effetto rialzista degli stop alla produzione sul prezzo del petrolio inizia a sgretolarsi.
Prezzo del petrolio a $45-50 per i prossimi mesi
Goldman prevede che il prezzo del petrolio rimarrà tra $45 e $50 al barile nei prossimi mesi, per poi assistere ad un deficit della produzione nella seconda metà dell’anno.
Le interruzioni alla produzione continueranno ad essere compensata dagli aumenti di produzione in altre parti del mondo.
La produzione dell’OPEC, ad esclusione del Venezuela e della Nigeria, è salita di 225.000 barili al giorno a maggio, con l’Iran che è riuscito ad aumentare l’output mensile di 100.000 barili al giorno, e le esportazioni dal sud dell’Iraq sono vicine a livelli record.
Anche l’Arabia Saudita ha aumentato l’output: +85.000 barili al giorno per un totale di 10,2 milioni di barili giornalieri.
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