Prezzo del petrolio torna a salire: verso il target a $50?

Flavia Provenzani

20/05/2016

Il prezzo del petrolio torna a salire, diminuisce la produzione. Quotazione del greggio verso il test a quota $50 al barile?

Prezzo del petrolio torna a salire: verso il target a $50?

Il prezzo del petrolio riprende il rialzo vicino ai 50 dollari al barile, dopo il ribasso della sessione precedente causato dai verbali del FOMC, secondo cui la Fed sarebbe pronta ad un rialzo dei tassi di interesse a giugno.

Il prezzo il petrolio torna a salire nella sessione di venerdì sulla scia di disordini in Nigeria, i fallimenti di altre compagnie petrolifere statunitensi e la crisi in Venezuela che continuano a limitare i livelli di offerta.

Intanto il prezzo del petrolio lotta per superare quota 50 dollari, obiettivo reso difficile dagli alti livelli di scorte di petrolio sparse per il mondo.

Al momento il prezzo del petrolio è in salita dello 0.54% a 49.70 dollari per il Brent, mentre il WTI conquista lo 0.92% a 49.14 dollari.

Prezzo del petrolio torna a salire

La produzione del petrolio in Nigeria ha subito nuovi rallentamenti giovedì: alcuni intrusi hanno bloccato l’accesso della Exxon Mobil al punto di smercio di Qua Iboe, il più grande del paese.

I militanti nel Delta del Niger, ricco di petrolio, hanno causato una riduzione di circa 500.000 barili al giorno, spingendo la produzione di petrolio nazionale ai minimi di oltre 22 anni.

Intanto la produzione di petrolio degli Stati Uniti è scesa a 8,79 milioni di barili al giorno, giù dai massimi di oltre 9,6 milioni di barili al giorno dello scorso anno, sulla scia dei fallimenti di altre compagnie produttrici.

Prezzo del petrolio: attenzione al dollaro USA

I rialzi delle scorse sessioni del prezzo del petrolio erano dovuti al calo dell’offerta a livello mondiale, visto dagli analisti (anche da Goldman Sachs, ribassista di lunga data sul prezzo del petrolio) come un elemento chiave verso l’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del petrolio - fondamentale per un rialzo sostenibile del prezzo del petrolio.

Alcuni analisti avevano avvertito, invece, che l’ultimo rally del petrolio non sarebbe durato per molto, dato che l’Arabia Saudita e l’Iran continuano ad aumentare la produzione nella lotta alla conquista di nuove quote di mercato e il Canada è già all’opera per compensare gli stop dovuti agli incendi che hanno colpiti le aree di estrazione del paese.

Prezzo del petrolio verso un nuovo crollo?

Altri, ancora, avvertono che il prezzo del petrolio si starebbe preparando ad un nuovo crollo a causa del ritorno del super dollaro. Questo perché l’aumento di valore del biglietto verde rende il petrolio più caro per i possessori di valuta estera.

La scorsa settimana Jim Ritterbusch, della Ritterbusch & Associates, ha condiviso la sua view a Reuters per cui il prezzo del petrolio si starebbe avvicinando ad “un duro crollo il prossimo mese” come risultato di un “possibile rally del dollaro o i dati deboli dall’economia cinese”.

E questo è esattamente quello che è successo ieri sera al prezzo del petrolio, a pochi minuti dalla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica della Federal Reserve di aprile in cui la maggior parte dei membri si sono trovati d’accordo nel dire che un rialzo dei tassi è possibile a giugno se i dati economici dovessero rimanere forti.

La notizia arriva sulla scia del miglioramento dei dati su inflazione, produzione industriale, settore delle costruzioni, spesa dei consumatori e crescita economica complessiva.

Il dollaro ha raggiunto i massimi di inizio marzo durante la notte e questo ha contribuito a spingere il prezzo del petrolio in negativo.

Prezzo del petrolio: aumentano le scorte USA

In aggiunta, l’ultimo report della Energy Information Administration degli Stati Uniti ha riferito che le scorte di petrolio greggio sono aumentati a 1,3 milioni di barili la scorsa settimana, ben al di sopra delle aspettative.

La banca d’investimento BNP Paribas ritiene che il forte movimento del prezzo del petrolio vicino ai 50 dollari al barile è stato "troppo alto, troppo, troppo precoce". E ha aggiunto: "Il riequilibrio tanto atteso del mercato potrebbe richiedere più tempo."

Il calo dell’offerta non sostiene il prezzo del petrolio

La produzione di petrolio in Nigeria è più lenta degli ultimi decenni, la produzione in Canada è stata colpita da incendi su larga scala, la produzione di petrolio statunitense è scesa a 8.8 milioni di barili al giorno sulla scia del fallimento di altre compagnie petrolifere e il Venezuela è nel bel mezzo di una crisi che potrebbe far scendere l’output di oltre 188.000 barili al giorno. E intanto la maggior parte della produzione di petrolio della Libia nell’area orientali è stata sospesa a causa di tensioni con il rivali del governo e il porto orientale sotto assedio.

Prendendo in esame il calo di produzione, Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul prezzo del petrolio nel secondo trimestre da 35 a 45 dollari al barile. Per la seconda parte dell’anno si aspetta che il prezzo del petrolio arrivi a toccare quota 50 dollari.

Per il primo trimestre 2017 Goldman si aspetta che il prezzo del petrolio torni a scendere a 45 dollari, ma per la fine del prossimo anno la banca crede che la quotazione riuscirà a raggiungere i 60 dollari.

"Il mercato del petrolio è passato dall’essere vicino alla saturazione delle scorte ad essere in deficit molto prima di quanto ci aspettassimo",

riferisce Goldman Sachs.

"Il mercato con ogni probabilità si è spostato in deficit a maggio...sostenuto sia dalla forte domanda che dal forte calo della produzione",

scrive la banca d’investimento.

Secondo l’International Energy Agency (IEA), la produzione non-OPEC è scesa di 125.000 barili al giorno a 56,6 milioni, mentre la produzione OPEC è aumentato di 330.000 barili per un totale di 32,76 milioni di barili al giorno.

L’aumento della produzione dell’OPEC è dovuta all’impegno dell’Iran nell’aumentare il proprio output ai livelli precedenti alle sanzioni internazionali. Il paese ha prodotto 3.56 milioni di barili al giorno ad aprile, dei quali ne ha esportato solo 2 milioni al giorno.

I membri dell’OPEC guardano ai recenti cali dell’offera come un’opportuntà per supportare il prezzo del petrolio. Per questo motivo il vice ministro degli Esteri del Kuwait, Khaled Jarallah, è tornato ad invitare l’Iran a prendere in considerazione il congelamento dei livelli di produzione.

"L’Iran dovrebbe imparare dal mercato. Il mercato non dà la possibilità di aumentare la produzione",

ha dichiarato Jarallah secondo l’agenzia di stampa di stato KUNA.

Tuttavia, il ministro iraniano del Petrolio, Bijan Zangeneh, ha respinto la richiesta di accettare il congelamento e ha ribadito la volontà della nazione di aumentare la produzione di petrolio a 4 milioni b/g.
Sul fronte della domanda, l’EIA mantiene le previsioni per una crescita di 1,2 milioni b/g per il 2016 e avverte che qualsiasi revisione verrà apportata probabilmente sarà al rialzo.

"Eventuali modifiche alla nostre previsioni attuali per 2016 sulla domanda mondiale è più probabile siano al rialzo che al ribasso, in quanto la domanda di benzina sta crescendo fortemente in quasi tutti i mercati chiave"

racconta il report dell’EIA riportato dal Wall Street Journal.

Prezzo del petrolio può salire (e rimanere) oltre $50?

Tra il forte rialzo del prezzo del petrolio e tutte le notizie che stanno spingendo il rally della quotazione, è importante notare che i produttori di petrolio e i trader istituzionali hanno aumentato le posizioni short ai massimi di settembre 2011, secondo i dati del Commodity Futures Trading Commission in riferimento alla settimana terminata il 10 maggio 2016.

Per questo motivo il rialzo del prezzo del petrolio non è ancora riuscito a rompere la resistenza a quota $50.

Il prezzo del petrolio ha segnato una serie ininterrotta di massimi e minimi crescenti in un contesto in cui i fondamentali sono più deboli e l’offerta più elevata. Una forte resistenza è vista intorno a $48-$49 per il WTI e $50-$51 per il Brent.

Una volta che il prezzo del petrolio raggiungere e mantenersi vicino a quota $50, tutti gli occhi verranno puntati sulle pecore nere del mercato del petrolio: Iran e Stati Uniti. Entrambi i paesi hanno la capacità di compensare i cali dell’offerta e tappare il rialzo del prezzo del petrolio.

Il prezzo del petrolio si è già avvicinato di molto al target fissato da Goldman Sachs senza riuscire arrivare ai 50 dollari. Attenzione all’apertura di nuove posizioni long considerando il forte sovraccarico presente sulla resistenza tecnica.

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