Prezzo del petrolio: solo ribassi in vista, AIE conferma. Verso il crollo a $40

Flavia Provenzani

14/06/2016

In calo il prezzo del petrolio, nuovi rialzi “improbabili” secondo il report dell’AIE. Quotazione destinata al crollo verso i 40 dollari al barile.

Prezzo del petrolio: solo ribassi in vista, AIE conferma. Verso il crollo a $40

Il prezzo del petrolio proseguirà la discesa, possibile crollo verso i 40 dollari al barile. È questa la nuova previsione di Matt Smith, a capo della commodity research alla ClipperData, in riferimento ai prossimi movimenti previsti sul prezzo del petrolio - view che sembra essere confermata dall’ultimo report mensile dell’Agenzia Internazionale per l’Energia.

Il prezzo del petrolio continua a scendere, spinto dalla paura Brexit che sta contagiando i mercati internazionali e dal rafforzamento del dollaro statunitense.

Al momento i futures sul Brent perdono lo 0.36% a 49.84 dollari al barile, mentre il WTI cede lo 0.30% a quota 48.46 dollari.

Prezzo del petrolio: altri rialzi “improbabili”

Il prezzo del petrolio ha poche possibilità di tornare ad aumentare dopo il rally di circa il 90% registrato lo scorso gennaio.
Il mercato dell’energia mostra dei segnali di stabilizzazione, il che non creerà una spinta rialzista così forte da far mantenere il prezzo del petrolio sopra i 50 dollari secondo le ultime dichiarazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia.

L’agenzia ha rivisto al rialzo le stime sulla domanda di petrolio per il 2016, ma avverte che i livelli di offerta e delle scorte rimangono elevati.

"A metà 2016 il mercato del petrolio sembra in fase di ribilanciamento

ha scritto l’IEA nel suo report mensile.

Dopo aver toccato i minimi di 13 anni a gennaio, il prezzo del petrolio è salito rapidamente fino a superare i 50 dollari al barile. Dopo aver lottano per giorni per salire ulteriormente, il prezzo del petrolio è tornato a scendere.

Prezzo del petrolio presto $40: ecco perché

A pesare sul destino del prezzo del petrolio sarà, sopra ogni altro fattore, il crollo delle importazioni di greggio in Cina, consumatore di petrolio numero uno al mondo.

I futures sul prezzo del petrolio sono saliti di oltre il 30 per cento a circa 50 dollari al barile rispetto ai minimi toccati questo inverno, ma Smith - in un’intervista di venerdì scorso alla CNBC, ha sottolineato quanto il mercato stia assurdamente sottovalutando il peso della Cina sul futuro del prezzo del petrolio.

"La Cina sta importando tantissimo greggio, è davvero folle. Si tratta di importazioni per circa un milione di barili al giorno in più rispetto a quanto sta consumando in realtà",

ha detto Smith alla CNBC.

Nel primo trimestre la Cina ha accumulato circa 787.000 barili di petrolio al giorno in eccesso secondo i dati di Bloomberg.
Secondo i conti di Smith, la Cina ha accumulato circa 135 milioni di barili di petrolio. Il problema è che le stime più ottimistiche parlano di una capacità massima di stoccaggio nel Paese di 155 milioni di barili.

In teoria, la Cina potrebbe terminare lo spazio in magazzino in 20 o 30 giorni, momento dal quale le importazioni di petrolio inizieranno a crollare, spingendo al ribasso il prezzo del petrolio.

Nel frattempo, l’Arabia Saudita, l’Iran e l’Iraq stanno aumentando la produzione e il rialzo del prezzo del petrolio sta spingendo i produttori statunitensi a pompare più petrolio.

Mercoledì scorso, i dati settimanali sulla produzione di petrolio degli Stati Uniti hanno mostrato una crescita per la prima volta in tre mesi.

Questi fattori potrebbero spingere presto il prezzo del petrolio a $40 al barile e forse anche in area $30, conclude Smith.

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