Prezzo del petrolio in rialzo, ma aumentano le giacenze USA e i timori in Cina

Flavia Provenzani

10 Settembre 2015 - 17:43

Il prezzo del petrolio difende i guadagni della giornata nonostante le giacenze di petrolio USA siano aumentate più del previsto e la continuazione del rallentamento in Cina.

Prezzo del petrolio in rialzo, ma aumentano le giacenze USA e i timori in Cina

Il prezzo del petrolio difende i rialzi della giornata dopo che l’EIA (Energy Information Administration) ha pubblicato sul Calendario Economico i numeri sulle giacenze di petrolio greggio della settimana negli Stati Uniti, in aumento più di quanto previsto dal mercato.

Le giacenze di petrolio greggio statunitense sono aumentate di 2.6 milioni di barili, portando il totale a 458 milioni di barili, vicino al massimo di 80 anni.

I futures sul Brent sono in rialzo di 61 centesimi a 48.19 dollari al barile (ore 17:28), mentre il greggio USA è in rialzo di 1.12 dollari a 45.27 dollari al barile.

I prezzi del petrolio erano saliti giovedì in attesa del dato, nonostante i nuovi segnali di rallentamento economico provenienti da Cina e Giappone.

I prezzi del greggio sono scesi più del 3 per cento in questa settimana sui timori persistenti circa la domanda mondiale e l’eccesso di produzione.

Le vendite di automobili in Cina sono scese del 3,0 per cento nel mese di agosto rispetto all’anno precedente a 1,7 milioni di veicoli, il quinto calo mensile consecutivo; la crescita economica del paese più lenta in 25 anni sta avendo forti conseguenze sul mercato principale delle autovetture a livello mondiale.

ANZ ha riferito che la crescita mondiale per il 2016 e il 2017 sarà di circa il 3,5 per cento, rivisto al ribasso dalla previsione precedente al 4 per cento.

I prezzi del petrolio sono scesi di oltre il 50 per cento da giugno 2014, sulla scia di un’impennata di produzione e il successivo scontro con il rallentamento delle economie asiatiche, il motore di crescita principale delle materie prime negli ultimi anni.

Il calo si è rivelato ancor più grave dopo che l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), guidata dall’Arabia Saudita, ha deciso lo scorso novembre di mantenere invariata la produzione di petrolio per difendere la propria quota di mercato.

Giovedì, l’Arabia Saudita ha riferito di non vedere alcuna necessità di un vertice dei principali paesi produttori di petrolio se il confronto non servirà a produrre azioni concrete verso la difesa dei prezzi del petrolio.

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