Il prezzo del petrolio continua a registrare un forte rialzo dopo l’attacco missilistico in Siria. L’incertezza compensa l’aumento degli impianti USA. Quali prospettive per la quotazione?
Il prezzo del petrolio è ancora in rialzo nella sessione di lunedì, grazie ad una forte domanda e all’incertezza che circonda il nuovo conflitto in Siria, nonostante la produzione di greggio statunitense continui a salire.
Il prezzo del petrolio Brent, benchmark internazionale per la quotazione del petrolio, è a quota 55,44 dollari al barile per un rialzo di giornata dello 0,36%. La quotazione del WTI, invece, segna un rialzo di quasi mezzo punto percentuale a 52,49 dollari al barile.
La paura per il conflitto in Siria, dopo l’attacco da parte degli Stati Uniti nelle prime ore dello scorso venerdì, contribuisce ad un ulteriore squilibrio di mercato.
Prezzo del petrolio: incertezza da conflitto in Siria. Aumenta la domanda
L’India, che recentemente ha superato il Giappone come terzo importatore di petrolio più grande al mondo, ha registrato un aumento annualizzato della domanda di petrolio a marzo del 4,9 per cento. Ma nell’area asiatica, la crescita del fabbisogno di petrolio dell’India viene compensato da un calo dell’1,5 per cento sul fronte della domanda giapponese da qui ai prossimi 5 anni, secondo le previsioni.
Prezzo del petrolio: rally limitato dall’aumento della produzione USA
Un fattore di mercato sta fondamentalmente limitando i rialzi del prezzo del petrolio.
Inoltre, un nuovo aumento del numero degli impianti petroliferi negli Stati Uniti per dodicesima settimana di fila per un totale di 672 impianti di perforazione in funzione ai massimi di agosto 2015 non ha ancora permesso al prezzo del petrolio di rompere i massimi mensili sopra i $56 al barile.
Secondo Goldman Sachs la produzione statunitense di petrolio potrebbe aumentare di 215.000 barili al giorno nel 2017.
OPEC vs. USA: sfida nel vivo per il prezzo del petrolio
L’impennata della produzione degli Stati Uniti contrasta con un taglio all’offerta guidato dall’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), che spera di sostenere i prezzi riducendo le forniture nella prima metà del 2017 - ed oltre, forse.
I volumi ridotti per la produzione dell’OPEC e una produzione più alta degli Stati Uniti si traducono in uno sconto ancora più profondo tra le parti e promette un sostegno alle esportazioni del greggio dagli Stati Uniti in Asia nei prossimi mesi.
Tuttavia, in termini di volumi complessivi, gli Stati Uniti rimangono un player piccolo in Asia dato che l’OPEC protegge attivamente la sua quota di mercato.
| Analisi del 7 aprile 2017 |
Il prezzo del petrolio è schizzato dopo la notizia dell’attacco missilistico lanciato dagli Stati Uniti con target il governo siriano.
La quotazione del petrolio WTI è salita fino oltre il 2% nelle prime battute della mattinata asiatica di venerdì, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato il primo attacco diretto ad opera dell’esercito americano contro il regime in Siria del presidente Bashar al-Assad.
Al momento il prezzo del petrolio WTI è in rialzo del +1.45% a quota 52.45 dollari, mentre il prezzo del petrolio Brent segna un +1.33% a 55.62 dollari.
L’attacco, che ha visto le navi da guerra statunitensi lanciare tra i 50 e i 60 missili Tomahawk contro una base aerea del governo siriano, aumenta l’incertezza per i paesi ricchi di petrolio e politicamente instabili del Medio Oriente.
Prezzo del petrolio in forte salita dopo l’attacco USA in Siria. Il rally continuerà?
Gli eventi geopolitici sono spesso grandi driver nel mercato del petrolio. L’attacco degli Stati Uniti contro il regime siriano sostenuto dalla Russia, in un Paese in cui gli iraniani sono attivi a sostegno del regime potrebbe causare ulteriori tensioni politiche, alimentando ancora la salita del prezzo del petrolio.
La possibile risposta da parte di Iran e Russia, entrambi grandi produttori di petrolio,non mancherà nel tenere i trader sul petrolio sulle spine. Nel breve termine, la forte incertezza supporta il prezzo del petrolio.
Il petrolio greggio degli Stati Uniti, che ha subito un forte calo all’inizio di marzo, ha segnato i massimi di un mese nella sessione di venerdì. Nelle prime ore della giornata scambiava a circa $52.60 al barile, in salita di oltre il 10% dai minimi segnati la scorsa settimana.
Prezzo del petrolio e attacco in Siria: l’importanza dell’evento
La Siria in sé non è un grande produttore di petrolio, ma il paese è pericolosamente vicino allo Stretto di Hormuz - zona fondamentale attraverso la quale passano le spedizioni di milioni di barili di petrolio ogni giorno.
Trump ha spiegato che l’attacco missilistico è stato realizzato in conseguenza dell’attacco chimico scagliato sui civili all’inizio di questa settimana, attacco che gli Stati Uniti ritengono sia stato effettuato dal governo siriano.
L’azione militare degli Stati Uniti ha spinto gli investitori a comprare beni rifugio, quegli asset considerati più sicuri in tempi di incertezza, come l’oro e lo yen giapponese. I prezzi dell’oro sono saliti di oltre l’1% ai massimi di quasi cinque mesi.
I mercati azionari sono sotto pressione.
L’indice giapponese Nikkei, che scambiava in rialzo di oltre l’1% prima della notizia dell’attacco, è sceso in territorio negativo per poi recuperare con una chiusura a +0.43%.
Questi movimenti di mercato sono una reazione comprensibile, che fanno seguito ad una settimana relativamente “assonnata” sui mercati.
Precedentemente, l’attenzione degli investitori era focalizzata sulla riunione di Trump con il presidente cinese Xi Jinping e sul numero di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, in pubblicazione alle 14:30 sul Calendario Economico.
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