Il prezzo del Brent tocca i massimi del 2015, in ripresa dal calo di oltre il 40% dallo scorso giungo. Gli investitori puntano su un calo di offerta ed un aumento della domanda.
l prezzo del petrolio sale verso i 67 dollari al barile lunedì - raggiungendo il massimo del 2015 - sostenuto dalle aspettative di un calo dell’eccesso di scorte di greggio e dal debole PMI manifatturiero cinese ha rafforzato la prospettiva di ulteriori misure sul piano di stimolo.
L’attività manifatturiera in Cina è diminuita al ritmo più veloce di un anno; i nuovi ordini sono diminuiti nel mese di aprile, come mostra il sondaggio tra le imprese private pubblicato lunedì, alimentando la necessità di ulteriori stimoli di politica monetaria per rilanciare la seconda economia più grande del mondo.
Il Brent è salito di 39 centesimi a 66,85 dollari al barile, dopo aver toccato il massimo del 2015 a 66,95 dollari.
Il greggio USA ha aggiunto 22 centesimi arrivando a 59,37 dollari. Il benchmark statunitense ha colpito il massimo del 2015 il 1° maggio a 59,90 dollari.
"Il dato sul manifatturiero in Cina è più debole di quanto previsto ma sembra che sul mercato petrolifero ci sia una reazione limitata.
Quello che il mercato vuole davvero vedere è vedere un calo sull’eccesso di offerta, affiancato ad un aumento della domanda",
commenta Ric Spooner, capo analista di mercato presso la CMC Markets di Sydney.
Il prezzo del Brent è aumentato di oltre il 40 per cento dai massimi di sei anni di 45,19 dollari del mese di gennaio, sostenuto dalle aspettative di una futura diminuzione dell’eccesso di offerta e di un futuro equilibrio della domanda, così come dal dollaro più debole e dalle tensioni in Medio Oriente.
"Il mercato si aspetta una stretta nella seconda metà dell’anno",
ha detto Eugen Weinberg, analista di Commerzbank.
"Riteniamo che questa dinamica difficilmente sia sana sotto i fondamentali",
ha riferito commentando il recente rally del prezzo del petrolio.
Il giorno di festa nel Regno Unito limita il volume di scambio nei mercati.
Il crollo del prezzo del petrolio nel 2014 è stato causato dall’eccesso di offerta e dal rifiuto da parte dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) di tagliare la produzione.
L’OPEC ha modificato la sua strategia nel tentativo di rallentare la produzione dei Paesi concorrenti, come gli Stati Uniti, per difendere la propria quota di mercato.
Il calo del numero di impianti di estrazione negli Stati Uniti ha alimentato le aspettative per una diminuzione delle giacenze di petrolio; la società di servizi petroliferi Baker Hughes Inc. ha riferito che il numero di impianti attivi diminuito per un record di 21 settimane consecutive al minor numero da settembre 2010.
A pesare sui prezzi del petrolio sono stati in ultimo i segnali che l’offerta di greggio sia attualmente molto vasta, considerando il record di esportazioni irachene e la produzione di petrolio dell’OPEC ad aprile al massimo di due anni e mezzo.
Anche il dollaro più forte ha alimentato il vento contrario. Un dollaro più costante rende le materie prime denominate in dollari più costose per i titolari di altre valute e tende a pesare sui prezzi del petrolio.
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