Prezzo del petrolio: -10$ al barile nel 2016. Le previsioni di Moody’s

Flavia Provenzani

15/12/2015

L’agenzia di rating ha tagliato le previsioni sui prezzi del petrolio di 10 dollari al barile sulle aspettative che l’offerta aumenterà ancora nel 2016.

Prezzo del petrolio: -10$ al barile nel 2016. Le previsioni di Moody’s

Moody’s ha tagliato le previsioni 2016 sul prezzo del petrolio di 10 dollari al barile a causa dei continui rialzi dei livelli di offerta che aumenteranno ancora il prossimo anno a causa della revoca delle sanzioni contro l’Iran.

L’agenzia di rating ha ridotto le previsioni per il 2016 sul prezzo del Brent, benchmark internazionale, da 53$ a 43$ al barile. Per il greggio WTI, benchmark del Nord America, ha tagliato la previsione per il 2016 da 48$ a 40$ al barile.

La domanda mondiale di petrolio aumenterà a circa 1,3 milioni di barili al giorno del prossimo anno, in rialzo dalla stima precedente di Moody’s, con il consumo che dovrebbe aumentare negli Stati Uniti, in Cina e Russia secondo le previsioni dell’agenzia.

I nuovi prezzi del petrolio previsti da Moody’s sembrano tuttavia ben positivi se confrontati ai livelli attuali. Martedì, il petrolio WTI era scambiato a 36.22 dollari al barile e il Brent a 37.75 dollari.

Il prezzo del petrolio continua a soffrire dell’eccesso di offerta, causata principalmente da una produzione da record dell’OPEC, dal calo della domanda.

Leggi anche: OPEC, ufficiale: produzione invariata. Taglio rimandato al 2016

Petrolio, previsioni 2016 di Moody’s: eccesso di offerta ancora a lungo

Nonostante i prezzi del petrolio stiano ancora scendendo dai massimi a 114 dollari al barile di giugno 2014, l’OPEC si è rifiutata ancora di tagliare la produzione, preferendo invece difendere la propria quota di mercato mettendo sotto pressione i produttori statunitensi di shale oil che hanno costi di produzione più alti.

La strategia del cartello guidato dall’Arabia Saudita ha funzionato; l’industria dello shale oil USA è stata costretta a cancellare i progetti per la realizzazione di nuovi impianti e a chiudere parte di quelli già in funzione.

Anche gli altri paesi che non fanno parte dell’OPEC, come la Russia, hanno subito le conseguenze del crollo dei prezzi del petrolio. Nonostante questo, anche questi rifiutano di tagliare la produzione per supportare i prezzi, e la sovrapproduzione di petrolio continua a crescere a livelli allarmanti.

Consapevoli che le sanzioni internazionali contro l’Iran termineranno nel 2016, l’industria del petrolio tornerà a produrre a pieno regime, peggiorando il ribasso dei prezzi dell’oro nero, come sottolineato dalla stessa Moody’s.

"La revoca delle sanzioni contro l’Iran potrebbe far aumentare in modo significativo la produzione nel mercato nel 2016, pareggiando o addirittura superando il calo di produzione previsto negli Uniti."

L’agenzia di rating ha affermato che questo porterà "ad un periodo prolungato di eccesso di offerta che continuerà a mantenere i prezzi del petrolio bassi."

"I produttori di petrolio dell’OPEC continuano a produrre senza freni per difendere la quota di mercato, esacerbando i mercati già saturi"

ha aggiunto Terry Marshall, vice presidente senior di Moody’s.

"Anche la Russia ha anche notevolmente aumentato la produzione, e la possibilità che le sanzioni contro l’Iran vengano abolite nel 2016 farà riempire di altra offerta."

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