L’aumento di domani ha scatenato la protesta di automobilisti e benzinai. La CGIA nel frattempo denuncia l’assoluta sproporzione tra le tasse italiane e quelle europee
Domani, 1°marzo, scatterà l’aumento di 0,29 centesimi al litro sul prezzo della benzina. Benzinai e automobilisti sono in rivolta. A rincarare la dose ci pensa la CGIA di Mestre che in una nota pubblicata oggi denuncia il fatto che il livello di tassazione sulla benzina in Italia sia il più alto d’Europa.
Da domani, a fronte di un costo medio alla pompa di 1,721 euro al litro, tra accise e Iva pagheremo 1,041 euro. Quest’ultimo importo è pari al 60,5 per cento del prezzo alla pompa. Nessuno in Europa può contare su un’incidenza del fisco così elevata. La media dell’Unione europea si ferma al 46,3 per cento, ben 14,2 punti in meno del dato medio italiano,
si legge nella nota.
Il centro studi dell’associazione artigiani e piccole imprese ha infatti confrontato il prezzo della benzina verde e del gasolio dei 28 Paesi che compongono l’Unione Europa, prendendo in considerazione sia il prezzo precedente al rincaro di domani, che quello posteriore.
Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA sottolinea come:
Rispetto al 2013 l’incremento medio che nel 2014 una famiglia italiana subirà con un’auto a benzina che percorre mediamente 15.000 Km all’anno sarà di 13 euro. Per un’autovettura alimentata a gasolio, invece, l’aggravio sarà di 17 euro. Si tratta di aumenti tutto sommato abbastanza contenuti che, tuttavia, sarebbe stato meglio evitare per dare un segno di discontinuità rispetto al passato”.
L’associazione ricorda inoltre che quello di domani sarà il secondo aumento in pochi mesi. Nell’ottobre scorso era infatti già stato rincarata l’IVA, dal 1°marzo invece scatterà l’aumento delle accise.
Negli ultimi 4 mesi dunque, tra IVA e accise, si arriva ad un aumento record di 0,29 centesimi.
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