Ci sono 260mila precari nella PA e per il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi ha affermato che è impossibile stabilizzarli tutti. Nel dettaglio, sarebbero 130mila i precari nella scuola, mentre 115mila nella sanità e negli enti locali e 15mila nelle amministrazioni centrali, a quanto riporta il Conto annuale 2011 della Ragioneria Centrale dello Stato.
I numeri e le soluzioni di Patroni Griffi
"Non si può pensare a stabilizzarli tutti", ha dichiarato Patroni Griffi. "Sarebbe contro il dettato costituzionale e annullerebbe di fatto la possibilità per i giovani di entrare nelle amministrazioni pubbliche. Qualsiasi soluzione deve essere graduale".
Gli esuberi nelle PA ammontano a un totale di 7.300 in base ai tagli previsti dalla spending review. Infatti, oltre alle 4.028 eccedenze emerse dal primo decreto, Patroni Griffi ha rivelato che vi sono "proiezioni di ulteriori 3.000 eccedenze di personale".
Una possibile soluzione? "Puntiamo alla deroga dei 36 mesi per i contratti dei precari", ha affermato il ministro, rendendo noto che il governo è già al lavoro per un accordo quadro con l’Aran al fine di definire settori e tipologie dove sarà possibile effettuare la deroga, tuttavia la necessità più urgente, per il ministro, consiste nel "pensare a una migliore allocazione del personale e a una migliore produttività dell’amministrazione pubblica".
Evitate ulteriori "interventi di riduzione del settore pubblico", Patroni Griffi ha anche ipotizzato "una diversa distribuzione del personale tra amministrazioni centrali e periferiche e tra varie amministrazioni", visto che "siamo lievemente al di sotto della media Ocse".
Inoltre il personale in eccedenza che entro il 2014 possiederà i requisiti per andare in pensione, potrà farlo in base alle regole del vecchio sistema pensionistico (e quindi la riforma Fornero non li toccherà).
Per i precari del pubblico impiego, invece, il ministro auspica una "ricerca costante di un punto di equilibrio tra le esigenze di chi lavora nelle amministrazioni da molto tempo, in situazione precaria, e le esigenze di garantire un flusso sia pure minimo di accesso alle PA alle nuove generazione", anche per sbloccare il mancato turnover che si è venuto a creare nel corso degli ultimi anni. Il governo, dunque, opererà per "mandare a regime una norma già varata dal precedente governo, che prevede una riserva di posti costante nei concorsi per esami per il personale con contratti a termine, che abbia maturato esperienza ultratriennale nella PA" e una "valutazione nei concorsi per titoli ed esami di questo servizio svolto".
Le reazioni
La Cgil ritiene che Patroni Griffi sia in stato confusionale, denunciando una evidente contraddittorietà nell’esporre numeri, dati e cifre. A quanto riporta il segretario generale della Fp-Cgil, Rossana Dettori, "fino al 28 novembre, data del penultimo incontro di Palazzo Vidoni, erano 235mila" i precari. "Dando per buona l’ultima stima, in due anni, stando ai ben più credibili dati della Ragioneria riferiti al 2010, che censivano in sanità, enti locali e amministrazioni centrali 160mila precari, ne avremmo già persi per strada 30mila solo nelle PA, scuola esclusa. Ci saranno 80mila espulsioni in 2 anni. E così, mentre i nodi vengono al pettine e si avvicinano le scadenze, invece di lavorare a un accordo quadro credibile e spingere al fine di prorogare in maniera immediata i contratti, il ministro continua a fornire comunicazioni contraddittorie e a utilizzare subdolamente i numeri".
© RIPRODUZIONE RISERVATA