L’Italia non sfugge alla morsa della crisi economica. La recessione corre veloce, portando il Pil a minimi che non erano prevedibili all’inizio dell’anno. In netto peggioramento anche la situazione in Francia investita anch’essa dalla recessione.
Crollo del PIL: i numeri
Il calo, inizialmente previsto per una percentuale dello 0,7%, ha registrato un leggero ma preoccupante aumento, portando il dato all’attuale 0,8% rispetto a quanto avvenuto tra gennaio e marzo.
Stando a quanto rilevato dall’ISTAT, in confronto a un anno fa, nello stesso periodo, il PIL registra un crollo del 2,6% rispetto alla previsione annua del 2,5%: il dato peggiore dal quarto trimestre del 2009.
Intanto, anche la Francia prevede una contrazione nel terzo trimestre dell’anno.
Federico di Unicredit: "è molto peggio di quanto prevedessimo"
Loredana Federico di Unicredit non usa mezzi termini per definire la sopresa causata dai dati pubblica dall’ISTAT, una doccia fredda per gli esperti italiani. "E’ decisamente peggio di quanto prevedessimo"- ha rivelato la Federico -"quello che preoccupa maggiormente è il dato relativo alla spesa delle famiglie. Davvero una brutta sorpresa".
Il dato in questione, rileva un calo nel consumo del 3,5% rispetto ad aprile-giugno. In particolare, l’acquisto di beni durevoli è sceso del 10,1%.
La recessione investe anche la Francia
L’economia italiana, la terza dell’eurozona, non è la sola a inanellare performance negative. In Francia si parla già di contrazione. La causa? Tre trimestri consecutivi in cui la crescita ha registrato un aumento dello 0%.
La Banca Centrale Francese ha divulgato previsioni che parlano di una contrazione dello 0,1% già per questo trimestre.
Domenica, il presidente francese Francois Hollande, aveva parlato di una crescita economica francese prevista per una percentuale appena sopra lo zero. La previsione di Hollande conferma le ultime pubblicate dall’OCSE, che parlano di un aumento percentuale fermo allo 0,1%.
I dati odierni rappresentano un ulteriore doccia fredda e un forte aumento nel livello di preoccupazione per due delle principali economie dell’eurozona.
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