Petrolio: ribasso di 8 settimane consecutive. Mai così male dal 1988

Nicola D’Antuono

17 Novembre 2014 - 06:57

Il petrolio continua a macinare ribassi significativi, tanto che ormai la perdita accumulata dai top di giugno scorso si aggira intorno al 50%

Petrolio: ribasso di 8 settimane consecutive. Mai così male dal 1988

I prezzi del petrolio sui mercati internazionali hanno chiuso in rosso anche l’ultima settimana, nonostante venerdì sia avvenuto un rimbalzo tecnico dai bottom di periodo grazie alla debolezza mostrata dal dollaro sul finire di ottava e ai rumors di un imminente taglio della produzione dell’Opec. Il future sul petrolio Brent - il greggio del Mar del Nord, diventato ormai il riferimento per i due terzi del commercio petrolifero globale – ha chiuso l’ultima seduta con un progresso del 2,48% a 79,41$ al barile, dopo che i prezzi erano scesi sui minimi da oltre 4 anni in area 76,8$.

Dai top di 115,7$ di fine giugno scorso, questa qualità di greggio è arrivato a perdere quasi il 50% del suo valore. Le otto settimane negative di fila sono anche un record negativo, che non si vedeva ormai dal 1988 (ultimo riferimento per le serie storiche relative a questo future). Le cose vanno decisamente male anche per il petrolio Wti. Il future sul greggio americano quotato al Nymex è rimbalzato del 2,17% a 75,82$ nella sessione di venerdì, ma solo dopo aver toccato il minimo più basso da settembre 2010 a 73,25$ al barile.

Dai massimi di metà giugno scorso di area 107,7$, il valore del petrolio Wti è diminuito del 47%. Qualche analista finanziario è pronto a scommettere su un maxi-rimbalzo del greggio, ma secondo l’Aie (Agenzia internazionale per l’Energia) i prezzi del petrolio dovrebbero continuare a diminuire fino alla prima metà del 2015. La motivazione è riconducibile allo shale oil americano e ai bassi consumi cinesi. La domanda è ai minimi da 5 anni, mentre l’offerta globale non sta mostrando alcun segno di rallentamento. E’ chiaro che la caduta dei prezzi apre ora maggiori spiragli per un taglio della produzione da parte dell’Opec.

Secondo l’Aie, però, l’inversione del trend sul greggio si avrebbe solo se il taglio all’output dovesse essere ingente. Il 27 novembre il cartello si riunisce a Vienna, ma prima ancora di questa data l’Opec potrebbe aver già ridotto la produzione di 850mila barili al giorno. Agenzie di stampa come Dow Jones e Reuters avrebbero raccolto indiscrezioni su un taglio dell’output in Arabia Saudita e in Qatar. La fiducia in un intervento dell’Opec sta aumentando a dismisura ma alcuni esperti del settore energetico ritengono che il vertice di Vienna si preannuncia molto complicato, per cui non è detto che si arriverà per forza a una diminuzione ufficiale del tetto produttivo.

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