Perché si festeggia San Valentino? Ecco cosa non sapete sulla festa degli innamorati

Ranjitha Mancini

14 Febbraio 2017 - 14:30

Perché San Valentino è la festa degli innamorati e perché si festeggia il 14 febbraio? Ecco le vere origini della festa dell’amore, tra storia e leggenda.

Perché si festeggia San Valentino? Ecco cosa non sapete sulla festa degli innamorati

San Valentino è la festa degli innamorati. Ma lo è sempre stata? E perché ricorre ogni anno proprio il 14 febbraio?

Il giorno di San Valentino è divenuto ormai da secoli la festa degli innamorati e soprattutto un’occasione commerciale in cui scambiarsi bigliettini d’amore e regali. L’origine di San Valentino è in realtà molto antica e anche molto distante dal romanticismo che oggi gli viene attribuito.

Ecco allora tutto ciò che non sapete sull’origine della festa di San Valentino, patron dii tutti gli innamorati.

San Valentino: le origini pagane della festa dell’amore

Come è accaduto per gran parte delle ricorrenze cristiane attuali, anche il giorno di San Valentino è andato a sostituire un’antica festa pagana. Così come il 25 dicembre, che prima di diventare il nostro Natale era per gli antichi romani la festa del Sol Invictus, il 14 febbraio faceva parte dei tre giorni dedicati ai Lupercalia, la festività romana in onore del Fauno cacciatore di ninfe Luperco, celebrata appunto dal 13 al 15 febbraio.

I Lupercalia erano la celebrazione del risveglio della natura dopo l’inverno, quindi una festa in onore della fertilità della terra e degli uomini. Col tempo, però, sono divenuti un’occasione per orge alle quali partecipavano in molti, plebei e non solo. La ricorrenza era talmente diffusa da essere una delle ultime abolite: la testimonianza del suo successo, infatti, è in un’amara lettera di Papa Gelasio I che a fine ’400 deplorava il fatto che anche molti cristiani prendessero parte alle celebrazioni.

Ecco allora la decisione di abolire il rito pagano e sostituirlo con una più casta festa cristiana. Ma come si è arrivati alla scelta di San Valentino come patrono degli innamorati?

San Valentino: da martire cristiano a patrono degli innamorati

La Festa di San Valentino è chiamata così per via del santo cristiano che diventò in seguito il patrono delle coppie di innamorati: il perché questo successe non si sa con precisione. Lo stesso Papa Gelasio I, che nel 469 d.C. istituì la sua festa sostituendo i Lupercalia, scrisse di lui che era un uomo il cui nome riceveva "giusta reverenza", ma i cui atti meritori erano "noti soltanto a Dio".

In tutto, negli antichi documenti si trovano tracce di tre diversi San Valentino e non è chiaro se siano tre persone distinte, o se si tratti di vari racconti della vita della stessa persona. Ad ogni modo, la festa viene attualmente collegata a Valentino da Terni, convertitosi al cristianesimo e consacrato vescovo della città a soli 17 anni. Perseguitato dai romani, quasi centenario fu decapitato proprio il 14 febbraio del 273 d.C.

Probabilmente, fu proprio la coincidenza tra il giorno del martirio di San Valentino e i giorni in cui i romani pagani festeggiavano l’amore in maniera piuttosto discinta a dare il via alla nascita nei secoli successivi delle numerose leggende sul Santo, che riguardano appunto l’amore.

A dire il vero, San Valentino fu un santo molto poco considerato finché lo scrittore Geoffrey Chaucer nel "Parlamento degli uccelli" non narrò di antiche leggende, probabilmente inventate da lui stesso, in cui San Valentino veniva associato a racconti che avevano a che fare con amanti o altri fatti amorosi. Chaucer, quindi, ha recuperato San Valentino trasformandolo nel santo dell’amor cortese che in quegli anni iniziava appunto a diffondersi tra l’aristocrazia europea.

A quel punto storie e leggende sugli atti di San Valentino a favore degli amanti si moltiplicarono. Secondo una di queste, San Valentino sarebbe stato il primo a celebrare un matrimonio tra un pagano e una cristiana, unione al tempo vietata. La tradizione testimonia anche il fatto che un giorno Valentino abbia fatto innamorare due giovani, provocando intorno a loro il volo di alcuni piccioni intenti a scambiarsi gesti affettuosi, episodio da cui sarebbe poi entrata in uso l’espressione "piccioncini".

Una delle leggende più importanti narra che un giorno San Valentino sentì una coppia di fidanzati litigare, prese una rosa dal suo giardino e la portò ai due giovani chiedendo che la stringessero tra le loro mani. Fu così che fecero pace e grazie a quella specie di "benedizione" la coppia si sposò e fu a lungo felice. Per questo motivo poi, molte altre coppie si sarebbero recate da San Valentino per chiedere di benedire la loro unione. Il 14 febbraio fu quindi istituito come giorno dedicato alla benedizione nuziale delle coppie e ancora oggi questo rito si svolge nella basilica di San Valentino a Terni.

Festa di San Valentino: nascita dei biglietti d’amore e commercializzazione

Per San Valentino è usanza scrivere al proprio innamorato un biglietto d’amore, che nel mondo anglosassone viene chiamato appunto "valentine". La più antica "valentina" di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo e fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt. Nella lettera Carlo si rivolgeva a sua moglie con le parole:

"Je suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée."

Dal mondo anglosassone l’uso di spedire "valentine" è poi approdato negli Stati Uniti, dove intorno alla metà dell’Ottocento alcuni imprenditori hanno dato il via alla produzione su scala industriale dei biglietti di San Valentino. A quel punto, quindi, la festa degli innamorati è stata istituzionalizzata e commercializzata, dando vita a un vero e proprio business.

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