Pensioni, ultime notizie: pensione anticipata, quota 100 e quota 41, il punto della situazione

Stefania Manservigi

11 Luglio 2016 - 16:49

Continuano gli incontri tra Governo e sindacati per discutere della prossima riforma delle pensioni. Ecco il punto della situazione su pensione anticipata, quota 100 e quota 41.

Pensioni, ultime notizie: pensione anticipata, quota 100 e quota 41, il punto della situazione

Le ultime notizie sulle pensioni vedono ancora in primo piano gli incontri che si stanno tenendo tra Governo e sindacati per discutere della prossima riforma delle pensioni.
I nuovi incontri, dopo le prime riunioni durante le quali si è discusso soprattutto di pensione anticipata e dell’Ape, si stanno svolgendo a porte chiuse tra le parti sociali e l’esecutivo.
Quali saranno le novità che emergeranno da questi incontri?
Facciamo di seguito il punto della situazione.

Pensione anticipata: sarà l’Ape la soluzione?
Come è emerso dai primi incontri tra sindacati e Governo, l’esecutivo sta puntando forte sull’Ape per garantire la possibilità di uscita anticipata dal lavoro.
L’Ape consiste in una forma di pensione anticipata basata su un prestito che viene richiesto agli istituti di credito e che prevede penalità fino al 15% e la restituzione dell’anticipo con un piano ventennale e relativi interessi. Gli interessi saranno però a carico dello Stato e non del lavoratore, anche se sul punto ci sono ancora molti nodi da sciogliere. La possibilità di pensione anticipata studiata dal Governo è riservata solamente a coloro che sono nati nel triennio che va dal 1951 al 1953 e permette un anticipo sull’uscita di 3 anni.
La partita sulla pensione anticipata non sembra tuttavia conclusa: anche le parti sociali hanno avanzato delle richieste, al fine di rendere la misura organica e strutturale, e di evitare il coinvolgimento da parte delle banche.
Dagli incontri potrebbe dunque emergere una nuova soluzione per garantire la flessibilità?

Pensioni, ultime notizie: il punto sulla quota 41 e la quota 100
Tra le proposte avanzate dai sindacati e sulle quali ancora il Governo non ha assunto una decisione ci sono la quota 41 e la quota 100.
L’esecutivo ha per ora favorito l’Ape a queste due soluzioni in quanto meno costoso per le casse dello Stato: avrebbe infatti previsto un investimento di 500 milioni di euro che però potrebbero essere aumentati a 700.
La quota 41 è la proposta di legge che garantirebbe ai lavoratori precoci la possibilità di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati indipendentemente dall’età anagrafica. La quota 100, invece, prevederebbe la possibilità di andare in pensione al raggiungimento della stessa facendo una somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati.
I sindacati hanno promesso di battersi affinché il Governo prenda in considerazione le proposte: l’esecutivo, d’altro canto, si è detto disponibile ad una revisione delle tabelle delle diverse occupazioni, in modo da chiarire quali siano da considerarsi effettivamente faticose per dare la priorità di uscita a chi svolge attività lavorative usuranti.

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