Pensioni: cosa cambia nel 2013? Ecco la guida completa

Vittoria Patanè

05/01/2013

Pensioni: cosa cambia nel 2013? Ecco la guida completa

Dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma Fornero e con essa le nuove regole sulle pensioni definite dall’ex ministro del Lavoro.
Viene applicato, a partire da quest’anno il sistema dell’adeguamento automatico delle pensioni all’aspettativa di vita, grazie al Dm 6 dicembre 2011 che ha incrementato di 3 mesi tutti i requisiti di accesso.
Un’altra importante novità è l’abolizione della pensione di anzianità, che si poteva ottenere prima di aver compiuto l’età necessaria per la pensione di vecchiaia, grazie al raggiungimento di un periodo minimo di anzianità contributiva.
Oggi essa è stata sostituita dalla cosiddetta pensione anticipata, che permette di andare in pensione prima dell’età prevista per il trattamento di vecchiaia, avendo maturato l’anzianità contributiva necessaria, ma con penalizzazioni per chi sceglie di smettere di lavorare troppo presto.
Vediamo in sintesi tutte le novità entrate in vigore quest’anno.

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia spetta al raggiungimento dell’età pensionabile, dopo aver maturato un minimo di 20 anni di contribuiti, versati o accreditati a qualsiasi titolo.
La riforma prevede un meccanismo di crescita graduale del requisito anagrafico legato alle speranze di vita fino al 2021, anno in cui la pensione di vecchiaia si potrà ottenere a 67 anni.
Per quanto riguarda l’età necessaria per poter richiedere il trattamento di vecchiaia nel 2013, essa varia in funzione del sesso e del settore di lavoro.

Sesso Donne Uomini
Dipendenti 62 anni e 3 mesi 66 anni e 3 mesi
Autonomi 63 anni e 9 mesi 66 anni e 3 mesi

Pensione anticipata

Per quanto riguarda la pensione anticipata, essa diventa ottenibile grazie alla maturazione di un certo numero di anni di anzianità contributiva.
Nel 2013, gli uomini e le donne che vorranno richiedere il trattamento anticipato dovranno aver versato rispettivamente 42 anni e 5 mesi e 41 anni e 5 mesi di contribuiti.
Alla pensione anticipata è però legato un sistema di disincentivi, volto a scoraggiare coloro che decidono di andare in pensione troppo presto. In particolare chi decide di accedere al trattamento prima dei 62 anni, andrà incontro ad una riduzione di importo variabile (dall’1 al 2%) per ogni anno di anticipo.

Rivalutazione delle pensioni

La riforma tocca anche l’ambito della rivalutazione. Sono previsti aumenti del 3%, allo scopo di adeguare le pensioni al costo della vita, ma questi aumenti non toccheranno coloro che percepiscono assegni tre volte superiori la soglia minima, escludendo quindi, secondo la Spi Cgil, circa 6 milioni di persone.
Con la rivalutazione prevista una pensione minima passerà da 481 euro a 495,43, mentre una da 1.000 euro arriverà a quota 1.025 euro.
Per i trattamenti previdenziali di importo compreso tra i 1.433 e 1.486,29 euro, la perequazione sarà applicata fino a raggiungere 1.486,29 euro.
Le soglie superiori (da 1.486,29 euro in su), sono invece soggette al cosiddetto blocco della rivalutazione annuale introdotto dalla riforma Fornero e quindi il loro trattamento previdenziale rimarrà invariato.

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