economia
(AdnKronos) - Nell’elaborazione di Cgil e Fondazione di Vittorio, rileva Fulvio Fammoni, presidente della FdV, "si evince che sono molti i fattori che hanno generato scelte e differenze tra i diversi sistemi. Tra questi - ha spiegato - il rallentamento della crescita economica delle retribuzioni, un aumento dei tassi di disoccupazione e una modifica profonda alla struttura demografica attuale e previsionale".
Differenze che, secondo quanto emerso dallo studio, si riscontrano anche per quanto riguarda la prevalenza del primo o del secondo pilastro. In Italia e Spagna le pensioni dipendono quasi totalmente dal primo con una copertura della previdenza pubblica, mentre la previdenza complementare è ancora poco sviluppata (il nostro dato di adesioni è infatti inferiore al 30%). In altri paesi, come quelli anglosassoni a modello «liberale», prevale il secondo pilastro, incentrato sulle pensioni di categoria o complementari. Quello di base pubblico è volto al sostentamento e alla prevenzione della povertà.
Per la Cgil vi è quindi la necessità di promuovere la previdenza complementare, a partire da quei settori dove oggi è marginale, ma solo come strumento a supporto e a sostegno della previdenza pubblica. Un’altra differenza emersa nel corso dell’iniziativa è che alcuni paesi, come Francia, Germania e Inghilterra, valorizzano ai fini previdenziali periodi come la formazione e la cura-educazione dei figli. Per quest’ultima, nel caso inglese si raggiungono maggiorazioni sino a dieci anni.
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