Novità pensione anticipata 2017: 75.000 uscite con Ape, Ape Social, Quota 41, usuranti, Opzione Donna e cumulo gratuito. Guida alla pensione anticipata, come funziona e per chi.
Novità pensione anticipata 2017: come funziona e per chi? Pensioni, ultime notizie: tutte le novità sulla riforma delle pensioni e le nuove misure che entreranno in vigore nel nuovo anno per andare in pensione anticipata. In questo articolo una guida a tutte i modi per andare in pensione anticipata nel 2017.
Pensione anticipata 2017: nella legge di Bilancio sono contenute 6 misure per la pensione anticipata ognuna per diverse categorie di lavoratori, tra cui le più agevolate rimangono quelle disagiate o con meno garanzie. A migliaia di lavoratori, per diverse esigenze, importa sapere come andare in pensione anticipata, quando poter uscire dal mondo del lavoro e soprattutto a che costo. Sappiamo infatti che non tutte le misure introdotte dalla riforma delle pensioni saranno così vantaggiose per alcuni lavoratori che vorranno andare in pensione anticipata.
Pensioni, ultime notizie pensione anticipata 2017: le modifiche previste dalla riforma vanno in due direzioni. Da una parte vanno incontro alle categorie più disagiate per cercare di mandare i lavoratori in pensione anticipata, dall’altra incentivano sì altri lavoratori ad uscire prima dal mondo del lavoro, ma allo stesso tempo con dei prestiti onerosi che costringono i lavoratori interessati a ponderare bene la scelta.
Pensione anticipata 2017: come funziona e per chi? Tra le misure della riforma pensioni spiccano l’anticipo pensionistico Ape, anche nella sua versione Ape Social, la Quota 41 e la Quota 96, il cumulo grauito, l’Opzione Donna e l’ottava salvaguardia per i lavoratori esodati.
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Pensione anticipata 2017 è possibile con alcuni criteri e grazie ad alcune misure apposite messe a disposizione dalla riforma delle pensioni. La novità più grande è l’Ape, anche se ancora sono molte le incertezze dei lavoratori, a causa del prestito da restituire. In ogni caso la riforma delle pensioni è uno dei più onerosi pacchetti della legge di Bilancio, con un costo di 1,4 miliardi di euro nel 2017, 2,5 miliardi nel 2018 e 3,1 nel 2019. Il totale di 7 miliardi in tre anni serve per garantire le 75.000 uscite previste dal 2017. Non si tratterà soltanto di precoci, ma anche di disagiati, addetti ai lavoratori usuranti o comunque lavoratori a cui mancherà poco tempo per la pensione di vecchiaia.
Pensione anticipata 2017: come fare e per chi? Per ottenere la pensione anticipata bisognerà rispettare alcuni requisiti, spesso molto rigidi, mentre la misura del cumulo gratuito sarà disponibile a tutti i lavoratori. Vediamo quindi quali sono e come funzionano le sei strade per la pensione anticipata 2017 previste nella riforma delle pensioni: l’Ape, l’anticipo per i lavoratori precoci, quello per i lavoratori in attività usuranti, l’ottava salvaguardia, l’Opzione Donna e il cumulo gratuito.
Pensione anticipata 2017: Ape
Tra le novità della riforma delle pensioni, sicuramente la più discussa e attesa è l’anticipo pensionistico Ape, anche nella sua variante Ape Social.
Sarà sperimentale e durerà due anni, sino al 2018 con possibilità di proroga, e sarà rivolto a tutti i lavoratori dipendenti anche pubblici, autonomi e parasubordinati con almeno 63 anni (i nati fra il 1951 ed il 1954) ai quali non manchino più di 3 anni e 7 mesi per maturare la pensione di vecchiaia non inferiore a un certo limite.
I lavoratori idonei potranno accedere all’Ape su base volontaria ma la pensione anticipata avrà un costo. Infatti l’anticipo pensionistico sarà erogato dall’Inps tramite prestiti di banche ed assicurazioni, in attesa che il lavoratore raggiunga la pensione di vecchiaia. La somma anticipata dovrà essere restituita una volta conseguita la pensione, nell’arco di 20 anni con rate di ammortamento costanti, attraverso dei prelievi sull’assegno di circa il 5% dalla pensione annuale.
La nota dolente dell’Ape è il rimborso del prestito che di fatto ridurrà la pensione sensibilmente. L’importo della decurtazione media per chi sceglie l’Ape dovrebbe oscillare intorno al 5,5% sul trattamento lordo per ogni anno di anticipo.
Per i lavoratori che vorranno uscire con un solo anno di anticipo, sarà possibile avere al massimo il 95% del futuro assegno della pensione. Per i lavoratori che andranno in pensione con due anni di anticipo, il prestito non potrà andare oltre il 90%, e per quelli che usciranno con tre anni di anticipo, il prestito non potrà andare oltre all’85% dell’assegno.
Pensione anticipata 2017: Ape Social
Sono quattro le categorie a poter beneficiare dell’Ape Social, purché tutti i lavoratori siano iscritti a istituti di previdenza pubblici obbligatori, gestioni speciali dei lavoratori autonomi e la gestione separata dell’Inps: coloro che non hanno lavoro, i lavoratori invalidi, chi assiste parenti disabili, e i lavoratori addetti a lavori usuranti e gravosi.
Per quanto riguarda coloro che hanno perso il lavoro, i disoccupati, la misura interessa i lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria, e che hanno concluso integralmente i sussidi per la disoccupazione da almeno tre mesi. Praticamente come è richiesto per conseguire la Naspi. Per accedere all’Ape Social i lavoratori dovranno aver trascorso quindi tre mesi di disoccupazione, con un relativo periodo di buco economico.
I lavoratori invalidi interessati sono quelli che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata per il riconoscimento dell’invalidità civile, che sia superiore o uguale al 74%. Non è stata quindi accolta la proposta di Montoro di abbassare la soglia della disabilità al 60%, percentuale in cui rientrano molti malati gravi.
Per i lavoratori che assistono disabili, è necessario che al momento della richiesta della prestazione, prestino assistenza da almeno sei mesi a parenti di primo grado, come figli o genitori o al coniuge, che siano conviventi con il lavoratore.
I lavoratori dipendenti che svolgono lavori gravosi o usuranti devono essere impiegati da almeno sei anni in via continuativa in una o più delle 11 professioni elencate nell’allegato alla legge di bilancio per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo.
Pensione anticipata 2017: precoci
La Quota 41, in vigore da maggio 2017, consente di accedere alla pensione anticipata prima di quanto previsto delle norme attualmente in vigore, introdotte nel 2012 dalla legge Fornero. Attualmente, i lavoratori precoci possono uscire solo al compimento di 42 anni e 10 mesi di contributi, che sono 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.
I lavoratori precoci sono coloro che hanno lavorato prima dei 19 anni per almeno 12 mesi in modo effettivo anche non continuativo, e la Quota 41 è uno sconto potenziale pari a 10 mesi per le donne e di un anno e 10 mesi per gli uomini rispetto agli attuali requisiti per la pensione anticipata.
Le categorie di lavoratori precoci che potranno avvantaggiarsi della pensione anticipata con la Quota 41 sono:
- Lavoratori in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
- Lavoratori che assistano, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
- Lavoratori che abbiano capacità lavorativa ridotta, accertata come invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
- Lavoratori dipendenti nelle professioni indicate in un allegato alla Legge di Bilancio, che svolgano da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative usuranti e gravose
Pensione anticipata 2017: cumulo gratuito
Il cumulo gratuito dà la possibilità ai lavoratori di cumulare i contributi maturati presso diverse gestioni previdenziali, ai fini del diritto ad un’unica pensione.
La novità rispetto a ciò che prevedevano le norme precedenti è che con la legge di Bilancio 2017, il cumulo gratuito non serve soltanto per raggiungere la pensione di vecchiaia, di inabilità o quella per i superstiti, ma anche per quella di anzianità sul lavoro, cioè per il pensionamento anticipato per chi ha pagato contributi in più gestioni differenti.
Ne possono beneficiare sia i lavoratori dipendenti che quelli autonomi iscritti all’Inps, alla gestione separata e alle forme pensionistiche sostitutive dell’istituto nazionale, compresi i
professionisti iscritti alle Casse di previdenza professionali.
Pensione anticipata 2017: Opzione Donna
Confermata nella legge di Bilancio approvata al Senato anche l’estensione della possibilità di andare in pensione anticipata usufruendo di Opzione donna alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 1958, qualora le stesse abbiano accumulato almeno 35 anni di contribuzione.
La misura è stata prorogata fino al 31 luglio 2016.
Pensione anticipata 2017: ottava salvaguardia
L’ottava salvaguardia è un nodo della riforma delle pensioni 2016, specialmente per il passo indietro previsto nella legge di Bilancio rispetto alla data di accesso alla mobilità, accorciata severamente di due anni.
La Commissione Lavoro ha chiesto di ripristinare la data relativa all’accesso alla mobilità o al trattamento speciale edile come era prevista dalla legge precedente, anche se per ora la richiesta sembra essere accantonata e sarà necessario un incontro con il Governo per renderla effettiva: quindi di prolungarla dal 31 dicembre del 2012 al 31 dicembre del 2014.
Tra le modifiche avanzate dalle Camere sulla riforma delle pensioni c’è anche la richiesta di portare a 24 mesi e quindi fino al 6 gennaio 2019 il termine per maturare il diritto alla decorrenza della pensione per tutti gli altri profili di tutela.
L’ottava salvaguardia è al centro delle modifiche, ed è stata richiesta un’estensione a favore di chi nel 2011 ha usufruito del congedo straordinario per assistere il coniuge o i figli con gravi disabilità.
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