Pensione anticipata 2016, penalizzazioni, flessibilità in uscita e staffetta generazionale: la riforma della previdenza

Simone Casavecchia

09/06/2015

Sempre più chiare le ipotesi di riforma delle pensioni allo studio del Governo: con la prossima Legge di Stabilità dovrebbe arrivare un intervento complessivo incentrato su alcuni importanti punti cardine: pensione anticipata, flessibilità in uscita e penalizzazioni.

Pensione anticipata 2016, penalizzazioni, flessibilità in uscita e staffetta generazionale: la riforma della previdenza

Inizia a dipanarsi lo scenario più probabile per la prossima riforma delle pensioni annunciata dal Governo, nell’ambito della prossima Legge di Stabilità.

Anche se continuano ad avvicendarsi numerose proposte e disegni di legge per riformare il comparto della previdenza, almeno al momento attuale, l’ipotesi di riforma delle pensioni più accreditata è quella contenuta nel progetto di legge 857, incentrata sul principio cardine della pensione anticipata con penalizzazioni, strumento questo che va anche sotto il nome della flessibilità in uscita e che viene associato anche a altre, specifiche, misure per favorire la staffetta generazionale.

Flessibilità in uscita: come funziona
Il principio della flessibilità in uscita prevede che, a fronte un’uscita anticipata dal mondo del lavoro siano previste penalizzazioni e decurtazioni all’importo dell’assegno pensionistico. In altri termini, il lavoratore potrà decidere di andare in pensione in un momento precedente a quello previsto dalla normativa (in riferimento all’età anagrafica), accettando di vedere il proprio assegno pensionistico ridotto.

Pensione anticipata: quali penalizzazioni?
Per comprendere come funzionerà il meccanismo della pensione anticipata con penalizzazioni occorre ricordare che questa soluzione dovrebbe essere applicata a tutte le tipologie di lavoratori, sia pubblici che privati che autonomi, sia uomini che donne.
A titolo di premessa è opportuno ricordare che la pensione di vecchiaia disciplinata dall’attuale normativa, prevede che, a fronte almeno 20 anni di contributi versati, sia possibile andare in pensione alle seguenti soglie anagrafiche:

  • 66 anni e 3 mesi, per gli uomini;
  • 66 anni e 3 mesi, per le donne impiegate nel settore pubblico;
  • 63 anni e 9 mesi, per le donne impiegate nel settore privato;

Per comprendere come funzionerà la pensione anticipata con penalizzazioni occorre considerare che l’ipotesi più accreditata è quella di assumere come soglia per la pensione quella dei 66 anni di età anagrafica e dei 35 anni di contributi.
A fronte di un rispetto del requisito contributivo minimo (35 anni), i titolari di un assegno pensionistico pari ad almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, avranno facoltà di anticipare il momento del pensionamento e, quindi, l’età a cui andare in pensione, con le seguenti modalità:

  • anticipo dell’età pensionabile fino ai 62 anni, con una riduzione dell’assegno pensionistico del 2% annuo, fino a un massimo dell’8%;

Penalizzazioni minori saranno previste per chi ha requisiti contributivi superiori a quelli minimi:

  • i contribuenti con 38 anni di contributi, per esempio, per un anticipo dell’età pensionabile a 62 anni subiranno una decurtazione dell’assegno minore, pari al 6,9%;
  • i contribuenti con 40 anni di contributi, invece, per un anticipo dell’età pensionabile a 62 anni subiranno una decurtazione dell’assegno ancor più ridotta, pari al 3%;

Il meccanismo funzionerà anche all’inverso, dal momento che il lavoratore, avrà anche la possibilità di rimanere in servizio e vedersi riconosciuto un trattamento pensionistico più elevato. Tale possibilità dovrebbe interessare solo i lavoratori del settore privato, dal momento che per i dipendenti pubblici è espressamente vietato dalla legge permanere in servizio oltre la soglia del pensionamento. In questo caso saranno previste le seguenti regole:

  • aumento dell’assegno del 2% annuo, fino a un massimo dell’8%, per ogni anno in più di lavoro, fino a un’età massima di 70 anni.
  • Nessun bonus per lavoratori che superano la soglia minima contributiva dei 35 anni di contributi;

Il progetto di legge 857 dovrebbe prevedere anche, tra le sue ulteriori misure la possibilità del pensionamento anticipato senza nessuna penalizzazione e a prescindere dall’età anagrafica, per quei contribuenti che hanno maturato almeno 41 anni di contributi, similmente a quanto già avviene nella normativa vigente.

Staffetta generazionale
Per quanto riguarda la staffetta generazionale, l’ipotesi al momento più accreditata, la cui applicazione è auspicabile soprattutto nel settore privato e in particolar modo nei settori a elevato contenuto artigianale, prevede che i lavoratori che abbiano già maturato il diritto alla pensione, possano decidere di permanere in servizio con orario part time. In questi ultimi anni di vita lavorativa, dove il lavoro sarà ridotto al part time, i lavoratori in uscita percepiranno una pensione dimezzata (avendone già maturato il diritto) e uno stipendio dimezzato, liberando anche nuovi posti di lavoro per i neoassunti.
Tale ipotesi che richiederà maggiore definizione, risulta al momento poco interessante per le elevate soglie anagrafiche di pensionamento (attualmente 66 anni e 3 mesi) mentre potrebbe divenire maggiormente invitante, qualora il lavoratore in uscita potesse scegliere il part time in luogo della pensione anticipata con penalizzazione, ovvero negli ultimi anni della sua carriera lavorativa.

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