I dati sul PIL diramati ieri mostrano un’Europa sempre più divisa. La Germania cresce, la Francia rimane ferma, l’Italia peggiora
Si chiama Unione Europea, ma di “unito” sembra avere ormai ben poco. A dimostrarlo i dati sul PIL dei vari Paesi arrivati ieri mattina.
In negativo l’Italia che nei primi tre mesi del 2014, ha visto scende il proprio Prodotto Interno Lordo dello 0,1% su base congiunturale e dello 0,5% su base annuale.
Segno contrario invece per la Germania il cui PIL, secondo i dati preliminari destagionalizzati, è cresciuto dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% annuo.
A metà strada tra i due Paesi si situa la Francia, con un PIL invariato nei primi tre mesi dell’anno (+0,1% le attese).
Un’Europa non più divisa in due parti, ma in tre, frazionata e priva di un piano comune che faccia ripartire i singoli Stati Membri.
Il PIL Italiano
Nel primo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013.
Il calo congiunturale è la sintesi di un incremento del valore aggiunto nel settore dell’agricoltura, di un andamento negativo nell’industria e di una variazione nulla nel comparto dei servizi. Il primo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2013.
Nello stesso periodo il Pil, in termini congiunturali, è aumentato dello 0,8% nel Regno Unito e ha segnato una variazione nulla negli Stati Uniti. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,1% nel Regno Unito e del 2,3% negli Stati Uniti.
La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,2%.
Questo quanto si legge sul sito dell’Istat. Parlando in valori assoluti il Prodotto interno lordo italiano è arretrato di ben 14 anni: nei primi tre mesi del 2014 infatti il valore concatenato si è assestato a 340.591 miliardi di euro. Per vedere un dato del genere, bisogna tornare indietro al 2000, anno in cui lo stesso valore era pari a 338.362 miliardi. Unica differenza: allora l’economia cresceva, oggi invece sono in molti a parlare di una vera e propria stagnazione.
Eppure il quarto trimestre del 2013 aveva riacceso le speranze. Quel +0,1% congiunturale, dopo 9 trimestri di ribassi, aveva fatto intravedere la luce in fondo al tunnel. E invece no. Tutto da rifare.
Eurozona
Crescita economica a rilento in tutta l’Eurozona dove, secondo l’Eurostat, il PIL è salito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Guardando ai vari Stati Membri, a scendere tra i “big” c’è solo l’Italia. Gli altri Paesi in negativo sono infatti: e Finlandia (-0,4%), Estonia (-1,2%), Olanda (-1,4%) e Portogallo (-0,7%).
Germania
Molto, troppo diversa la situazione della Germania, dove il PIL nel primo trimestre del 2014 è salito dello 0,8% congiunturale e del 2,3% annuo. Un dato impressionante, che si situa ben oltre le attese degli analisti (0.7%) È infatti la maggiore crescita degli ultimi tre anni, costruita grazie ai consumi privati, alle spese dello Stato e agli investimenti nei settori delle costruzioni e dei macchinari. Scende invece l’apporto del commercio estero.
Francia
Il Paese guidato da Francois Hollande cerca invece di restare in piedi. Il PIL francese è rimasto invariato nel primo trimestre, deludendo così le attese degli analisti che parlavano di un +0,1%. L’economia transalpina rimane dunque ferma, aspettando che le misure varate dal Governo nel corso degli ultimi mesi facciano effetto.
L’ufficio nazionale di Statistica ha rivisto al rialzo il Pil del 2012 (+0,3%), mentre rimane stabile quello del 2013 (+0,3%.). Calano invece le stime sul deficit dell’anno passato (dal 4,3% al 4,2%), mentre migliorano quelle sul debito (dal 93,5% al 91,8%).
I dati di ieri dunque, confermano un’Europa a tre velocità, e l’Italia (e ammettiamo la cosa non ci sorprende) continua a far parte del gruppetto di coda.
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