PD: Bersani e Cuperlo espulsi dalle Commissioni insieme ad altri 8 deputati anti-Italicum. Di democratico è rimasto solo il nome

Vittoria Patanè

20 Aprile 2015 - 16:03

Chi non ha intenzione di votare l’Italicum verrà espulso dalla Commissione Affari Costituzionali. Questa la decisione di Renzi. Partito Democratico spaccato in due

PD: Bersani e Cuperlo espulsi dalle Commissioni insieme ad altri 8 deputati anti-Italicum. Di democratico è rimasto solo il nome

Il Partito Democratico è ormai afflitto da una spaccatura insanabile e Matteo Renzi ha deciso di utilizzare il pugno duro. Con una decisione che non ha precedenti, è stata decisa la sostituzione dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei dieci deputati Democratici che avevano osato protestare contro l’Italicum. Ma c’è di più, perché nonostante il No della minoranza, il Governo ha deciso di porre la fiducia sul testo di riforma della legge elettorale.

Ad essere stati letteralmente espulsi dalla Commissione sono i "dissidenti" che hanno più volte ribadito la loro intenzione di non votare gli articoli e il mandato del relatore dell’Italicum.

A dare notizia della decisione è Ettore Rosato, vicepresidente vicario del gruppo Pd:

"L’assemblea del gruppo del Pd ha già deliberato di sostituire chi in Commissione non vota il mandato al relatore sull’Italicum"

Una decisione che i deputati coinvolti non hanno preso proprio bene:

"Verremo sostituiti d’imperio, perché nessuno ha chiesto di essere sostituito. Siamo nove sicuri: io, D’Attorre, Fabbri, Agostini, Lattuca, Cuperlo, Bersani, Pollastrini, Bindi. E forse Lauricella. Ci sono già state le telefonate".

Questo il commento di Andrea De Giorgis, che ha aggiunto:

"Non ci sono altre decisioni da assumere. Stasera verranno comunicate all’ufficio di presidenza della Commissione e prima dell’inizio delle votazioni sugli emendamenti saranno comunicati coloro che sostituiranno i componenti rimossi".

Stamattina erano 135 in tutto gli emendamenti alla legge elettorali presentati in Commissione Affari Costituzionali che attualmente sta analizzando le proposte prima che il testo approdi nell’aula della Camera.

In totale sono 11 le proposte di modifica firmate da parlamentari del Pd, 40 quelle non ammesse, in campo ne rimarrebbero 95. Le votazioni partiranno domani mattina alle 10. Ma i deputati PD potrebbero non essere al loro posto. Stasera alle 20.30 l’ufficio di presidenza della Commissione sostituirà tutti gli esponenti della minoranza dem "che hanno dichiarato di non voler votare né gli articoli né il mandato al relatore" della riforma elettorale.

Una scelta azzardata che potrebbe mettere a repentaglio il futuro non solo dei democratici, ma dello stesso Governo.

L’espulsione ha ovviamente già suscitato polemiche. Il primo ad esprimersi è stato Pippo Civati, da sempre critico nei confronti dei renziani e della stessa legge elettorale, che ha parlato di una decsione "fuori dalla Costituzione:

"Pazienza se esiste l`articolo 67 della Costituzione, che impone che non ci sia alcun mandato imperativo dei parlamentari: un articolo sbaragliato da queste due decisioni. La sostituzione di massa non ha precedenti nella storia repubblicana, la fiducia sulla legge elettorale è collegata a un episodio del 1953, quando si votò la legge truffa".

Duro anche Stefano Fassina che ha parlato di "fatto molto grave". che avviene come:
"

conseguenza dell’indisponibilità da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a riconoscere le correzioni necessarie affinché il pacchetto" Italicum-riforma del Senato non porti ad un presidenzialismo di fatto senza contrappesi" che condurrebbe ad una "regressione" della qualità della democrazia."

Sulla possibile fiducia il parlamentare afferma:

"Non voterei la fiducia nemmeno se condividessi la legge al 100%. Sulla legge elettorale la fiducia è invotabile. Lo è per principio".

Insomma pare che Matteo Renzi abbia deciso di andare avanti nonostante tutto e chiunque sia contrario all’Italicum e deciderà di ostacolarlo, verrà messo da parte.

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