Oro: fine della corsa secondo Roubini. A 1000$ nel 2015? Per almeno 6 ragioni

Federica Agostini

3 Giugno 2013 - 14:11

Oro: fine della corsa secondo Roubini. A 1000$ nel 2015? Per almeno 6 ragioni

Possiamo individuare almeno sei ragioni per le quali, nei prossimi due anni, il prezzo dell’oro inizierà a scendere raggiungendo almeno i mille dollari per oncia, scrive l’economista Nouriel Roubini, divenuto famoso per essere stato il primo a prevedere la crisi dei mutui subprime.

Oro: una bolla pronta ad esplodere. L’analisi di Roubini

La corsa sfrenata che ha caratterizzato il prezzo dell’oro negli ultimi anni, da 800$ per oncia nel 2009 a oltre 1.200$ nel 2011, ha tutte le caratteristiche di una bolla. Oggi, quando i prezzi di tutti gli asset hanno smesso di seguire i fondamentali di domanda e offerta, la bolla dell’oro si sta sgonfiando.

Nel momento di massimo splendore, gli "scarabei d’oro" (una combinazione tra investitori paranoici ed altri con timori relativi alle agende politiche) prevedevano che i prezzi del metallo giallo potessero arrivare a due, tre, o anche cinque mila dollari per oncia nel giro di qualche anno. Tuttavia, da allora il rialzo dei prezzi è stato piuttosto moderato. Ad aprile, l’oro era venduto a 1.300$ circa, e oggi continua a viaggiare al di sotto della soglia 1.400; un calo del 30% circa rispetto ai massimi del 2011.

Crollo dell’oro: le sei cause secondo Roubini

Ci sono diverse ragioni per spiegare questa esplosione della bolla dell’oro e altrettante per prevedere che i prezzi del metallo giallo continueranno a scendere, fino ad arrivare a 1.000 dollari per oncia nel 2015

Primo: in tempi di crisi, l’oro è davvero sicuro?

Primo, i prezzi dell’oro tendono a schizzare al rialzo quando coesistono seri rischi economici, finanziari e geopolitici a livello economico globale. Nei periodi della crisi finanziaria, anche la sicurezza dei depositi bancari e dei titoli di stato è stata messa in discussione dagli investitori. Se la vostra preoccupazione è l’Armageddon finanziario, allora potrete rifornire metaforicamente il vostro bunker con munizioni, armi, cibo inscatolato e...lingotti d’oro.

Tuttavia, anche in uno scenario così disastroso, l’oro potrebbe rivelarsi un misero investimento. Infatti, al picco della crisi finanziaria globale nel 2008-2009, i prezzi dell’oro scesero violentemente nel giro di poco tempo. Nei momenti di forte crisi, infatti, l’oro può essere davvero molto volatile, tanto al rialzo quanto al ribasso.

Secondo: l’inflazione è in calo

Secondo, le performance migliori dell’oro provengono dai momenti di rischio di elevata inflazione, ovvero quando la popolarità del metallo come bene rifugio comincia ad aumentare. Tuttavia, nonostante la politica monetaria estremamente aggressiva portata avanti da alcune banche centrali (i "quantitative easing" vari hanno duplicato o addirittura triplicato la liquidità monetaria in alcune economie sviluppate), l’inflazione a livello globale continua ad essere bassa e si prevede che possa scendere ancora.

La ragione è semplice: mentre la base monetaria aumenta, la velocità del denaro è collassata e le banche continuano ad accumulare liquidità nella forma di eccesso di riserve.

In questo modo, le imprese hanno poco potere sui prezzi, mentre il potere d’acquisto dei lavoratori è scarso, visto l’elevato tasso di disoccupazione. I sindacati continuano ad indebolire, mentre la globalizzazione ha portato ad una produzione più massiccia ed a basso costo dalla Cina, portando necessariamente al ribasso le prospettive per gli stipendi e più in generale del lavoro nelle economie avanzate.

Ciò che sta accadendo ora a livello globale è che l’inflazione è in calo, mentre i prezzi delle commodity si abbassano in risposta allo scarso tasso di crescita globale. L’oro seguirà la caduta dell’inflazione attuale ed attesa.

Terzo: l’oro rende?

Terzo, a differenza degli altri asset, l’oro non ha ritorni. Laddove le azioni hanno dividendi, per i bond ci sono i coupon, per le case gli affitti etc; l’oro è semplicemente una scommessa sull’apprezzamento capitale. Ora che l’economia globale sta migliorando, gli altri asset riprendono a fornire ritorni maggiori. Non a caso, infatti, il mercato azionario statunitense e globale ha di gran lunga superato l’oro dall’impressionante aumento dei prezzi all’inizio del 2009.

Quarto: i tassi di interesse dovranno aumentare

Quarto, i prezzi dell’oro aumentano vistosamente quanto i tassi di interesse reali (depurati dell’inflazione) diventano progressivamente negativi a seguito di successivi round di quantitative easing. Il momento di acquistare oro è quando gli introiti reali sul cash e sui titoli di stato sono negativi ed in calo. Tuttavia, l’outlook più positivo per l’economia statunitense e quella globale, implica che nel tempo la Federal Reserve ed altre banche possano uscire dai programmi di allentamento e dalle politiche a tasso zero. Ciò significa che in quel momento i tassi di interesse reale aumenteranno e non scenderanno.

Quinto: vendere le riserve contro la crisi, ricordate Cipro?

Quinto, alcuni ritengono che i governi altamente indebitati possano spingere gli investitori verso l’oro, perché il mercato obbligazionario diventa più rischioso. Tuttavia, quello che sta accadendo adesso è l’esatto contrario. Alcuni di questi paesi fortemente indebitati hanno importanti riserve d’oro con le quali potrebbero decidere di ridurre il proprio debito. Non a caso, ad aprile la notizia che Cipro avrebbe potuto vendere una piccola parte delle sue riserve auree (per un totale di 400 milioni di euro) ha innescato una massiccia caduta dei prezzi dell’oro del 13% nel giro di pochi giorni. Paesi come l’Italia, ad esempio, con importanti riserve d’oro (che superano i 130 miliardi di dollari), potrebbero avere la stessa tentazione: un’eventualità che spingerebbe i prezzi dell’oro ancor più al ribasso.

Sesto: il ritorno al golden standard

Sesto, alcune fazioni politiche estremamente conservatrici, specie negli Stati Uniti, hanno dato il via ad una promozione dell’oro che potrebbe finire con l’essere addirittura contro-producente. Per questa falange di estrema destra, l’oro è l’unica protezione contro i rischi rappresentati dalla cospirazione governativa a voler espropriare tutta la ricchezza privata. Questi fanatici credono inoltre che un ritorno al golden standard sia inevitabile, visto che l’iperinflazione deriva, per mano delle banche centrali, dal "degrado" della moneta stampata.

Tuttavia, data l’assenza di cospirazioni, l’inflazione in calo e l’impossibilità di utilizzare l’oro come moneta, tali argomenti non sussistono.

Oro: fine della corsa?

Una valuta assolve a tre funzioni: è un mezzo di pagamento, un’unità di misura e una riserva di valore. L’oro può essere una riserva di benessere, ma non è un mezzo di pagamento: al supermercato non accettano pagamenti in oro. Infine, l’oro non può essere un’unità: i prezzi dei beni e servizi o dei prodotti finanziari non sono denominati in oro.

Per questo, l’oro rimane ciò che John Maynard Keynes ha definito "il cimelio barbaro", senza valore intrinseco ed utilizzato sostanzialmente come protezione contro la paura irrazionale ed il panico. Ma altri asset possono fornire la stessa protezione e per questi i rischi di coda sono certamente inferiori oggi, se non del tutto scomparsi, rispetto al picco della crisi finanziaria.

Mentre i prezzi dell’oro potrebbero temporaneamente muoversi al rialzo nei prossimi giorni, saranno allo stesso tempo molto volatili e tenderanno ad abbassarsi nel tempo, mentre l’economia globale va recuperando. L’era della corsa all’oro è finita.

Traduzione italiana a cura di Federica Agostini Fonte: Project Syndicate

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