Olli Rehn, commissario agli Affari Economici di Bruxelles va dritto al sodo e lancia l’ennesimo rimprovero all’Italia e all’operato del governo Berlusconi: in Italia, dice, sono state attuate politiche coerenti soltanto dal 2011, con Monti.
Sull’Eurozona, invece, il tono è più pacato, tende alla preoccupazione: la ripresa è ancora lontana e avverrà soltanto nel 2014, ma il problema è che stiamo perdendo una generazione, piegata dal dramma della disoccupazione.
Rehn rimprovera l’Italia
Dopo la bacchettate Europee di Barroso e Schulz, arriva all’Italia l’ennesimo rimprovero da Olli Rehn che, pur non facendo nomi, attacca l’operato del governo Berlusconi e incalza: "Il problema dell’Italia è precisamente che a settembre 2011 adottava politiche incoerenti con gli impegni sul bilancio". Le misure di consolidamento, spiega Rehn, sono giunte soltanto dopo, col governo Monti che ha adottato misure "solide e prudenti". Se avesse rispettato per tempo gli impegni sul consolidamento di bilancio, dove sarebbe l’Italia oggi?
Europa pro-Monti
La politica Europea sta con Monti, questo lo sappiamo bene, tanto che Rehn spiega come in questi ultimi periodi l’Italia sia diventato un paese più stabile, addirittura un esempio per l’Eurozona. Per dimostrare che "la tensione sui mercati si è allentata basta guardare all’Italia, dove gli spread sui bond decennali si sono dimezzati dall’autunno 2011, con un risparmio di circa 3 miliardi solo per il primo anno".
Sull’IMU e sulla eco risuonata a livello internazionale, Rehn aggiunge: "non è pericoloso rivederla, ma serve prudenza"; è importante che l’Italia rimanga sul binario del consolidamento di bilancio e dirigersi verso il pareggio, lasciandosi alle spalle un debito che oggi è superiore al 120% del PIL.
zona Euro: quando ci sarà la ripresa?
Da una parte Mario Draghi che nel discorso di ieri alla stampa annuncia un 2013 fatto di mesi difficili che tuttavia porteranno, a anno inoltrato, verso un graduale miglioramento. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma meno ottimista è Rehn che volgendo l’attenzione alla zona Euro dice: "l’economia dell’Eurozona è ancora debole e i mesi a venire saranno ancora difficili; i cittadini continueranno a sentire l’impatto della crisi ed una ripresa ci sarà soltanto nel 2014.
Il problema più grande dell’Eurozona rimane la disoccupazione, specie quella giovanile. Così, sull’onda di Jean-Claude Juncker (presidente uscente dell’Eurogruppo) che cita Marx e il salario minimo, Rehn incalza: è necessario intensificare la lotta alla disoccupazione giovanile perché "non possiamo permetterci di perdere un’intera generazione".
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