Oggi il premier Enrico Letta chiederà la fiducia, prima a Palazzo Madama e poi a Montecitorio, con un intervento mirato ad un chiarimento che, indica il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, preveda per il governo ’’uno sbocco non precario’’ fino al 2015. Un prendere o lasciare, senza trattative, che fa capire il cauto ottimismo di Palazzo Chigi dopo la giornata di ieri, convulsa di incontri. Ecco il resoconto fornito dall’Ansa.
Pdl, le “colombe” in rivolta
Ieri sera sembra infatti essersi consumato lo strappo definitivo dell’ala moderata del Pdl, guidata da Angelino Alfano e dagli altri 4 ministri (De Girolamo, Lorenzin, Lupi, Quagliarello), con Silvio Berlusconi infuriato contro gli ’’inaffidabili’’ Letta e Napolitano che hanno permesso il suo ’’omicidio politico’’, come dichiarato proprio dall’ex premier al settimanale “Tempi”. Da qui la decisione del Cavaliere - salvo ripensamenti dell’ultimissimo minuto - di votare oggi la sfiducia al governo Letta e quindi affrontare la sfida della conta interna direttamente in Aula. Secondo le agenzie di stampa, alle 9.30 di stamattina dovrebbe avere luogo l’ultimo vertice tra Berlusconi e Alfano, proprio prima del voto di fiducia, ma non in molti sembrano scommettere su un passo indietro del Cav.
Letta, respinte le dimissioni dei ministri Pdl
Non sarà comunque “azzoppato” il governo che si presenta oggi alla prova del voto di fiducia. Ieri, infatti, il premier Enrico Letta ha respinto le dimissioni dei 5 ministri targati Pdl, dopo che per tutta la giornata, in un vertice quasi no stop a Palazzo Grazioli, il segretario Angelino Alfano e le colombe del partito, compreso Gianni Letta, hanno provato a convincere il Cavaliere a far votare la fiducia al governo da tutto il partito ’’senza gruppi - augurava il vicepremier - ne’ gruppetti’’. Tentando così fino all’ultimo di evitare una rottura, anticamera di una scissione del Popolo della Libertà e della non ancora nata Forza Italia.
Giovanardi (Pdl), siamo oltre 40 per il sì a Letta
Nel pomeriggio di ieri è stato il senatore Pdl Carlo Giovanardi ad annunciare che:
I numeri per la fiducia ci sono, siamo anche più di 40, fermi nel voler mantenere l’equilibrio di governo
Al Senato, infatti, voci insistenti assicurano che sarebbe pronto un gruppo, denominato "Nuova Italia", di una trentina di senatori, al quale da giorni stanno lavorando i centristi di Pier Ferdinando Casini. Un’operazione politica che il Cavaliere ha cercato di scongiurare a tutti i costi.
Letta, adesso operazione verità in Parlamento
Ma Letta ormai tira dritto, convinto, come il Pd, della necessità di ’’un’operazione verità’’ non solo per la vita del governo, che ne uscirebbe rafforzato, ma anche per l’evoluzione di un centrodestra moderato ed europeo. Il presidente del Consiglio ha tessuto le fila, dopo aver incontrato ieri in tarda mattinata Napolitano, di questo castello delicatissimo. Ma su un punto il Premier non ha voluto avere alcuna mediazione: la fiducia di Silvio Berlusconi in cambio di un approfondimento sulla non retroattività della legge Severino.
’’Metteremo la fiducia - ha tagliato corto Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento - così che ogni scelta avvenga in Parlamento, alla luce del sole, senza alcuna trattativa soprattutto sul principio di netta e totale separazione tra le vicende di governo e le procedure in corso nella giunta delle autorizzazioni del Senato, nell’irrinunciabile rispetto delle regole di uno stato di diritto”.
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