42 anni di regime, una lunga e sanguinosa rivoluzione conclusasi solo recentemente e infine un nuovo esecutivo, atteso da tempo, composto da 24 membri.
Uno dei Ministeri più importanti, quello del petrolio, sarà coordinato da un dirigente Eni di lunga data, Abdurahman Benyezza. E’ quanto ha proclamato Mahmoud Shammam, portavoce del Consiglio Nazionale Transitorio della Libia.
Benyezza è nato a Misurata ed è visto dal nuovo esecutivo libico come un uomo di esperienza, in grado di riportare l’industria del greggio verso nuove prospettive di crescita e ricerca. Molto ottimismo si respira da diverse fonti libiche, che ne riconoscono la professionalità e l’esperienza nel campo, oltre allo spirito tecnico che lo caratterizza, in grado di proporre idee e soluzioni finalizzate a ravvivare l’economia, già fermata dal lungo e drammatico stop della guerra civile.
Dai vertici Eni, intanto, ancora non trapelano molte informazioni. L’amministratore delegato Paolo Scaroni ha tuttavia dichiarato di non sapere nulla: "Credo si tratti di un’opportunità, ma non so nulla. Certamente dopo la nomina a ministro, Benyezza lascerà il suo incarico".
Certamente un uomo Eni a capo del Ministero del petrolio non può che far ravvivare i numerosi rapporti economici e professionali tra Italia e Libia. A tal proposito, dopo aver ripreso l’attività di gasdotti e piattaforme petrolifere, la scorsa settimana Eni ha riaperto anche il giacimento di El Feel, noto anche come Elephant. L’obiettivo dell’Eni è quello di riportare la produzione petrolifera ai ritmi del periodo pre-guerra civile, sebbene alcuni problemi di natura tecnica sembrano persistere ancora nelle zone colpite.
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