Un nuovo Megaupload sarebbe in arrivo: ad annunciarlo lo stesso Kim Dotcom su Twitter. Non sappiamo se si tratti di Megabox, la rivoluzione musicale annunciata dal guru di Megavideo, o di un altro sito di file-hosting. Quel che è certo è che Kim Dotcom è tornato!
Come sarà il nuovo Megaupload?
C’è incertezza tra le fonti, che si basano soprattutto sui compulsivi cinguettii di Kim Dotcom su Twitter, e ancora non è certo se il nuovo Megaupload sarà il tanto atteso e annunciato Megabox, o sarà un nuovo sito a parte. Se Megabox, infatti, era stato annunciato come una vera e propria rivoluzione musicale, in grado di tagliare nettamente dai profitti le “vampiresche” case discografiche per far arrivare i soldi direttamente agli artisti, il nuovo servizio targato Kim Dotcom (il nuovo Megaupload, lo chiameremo, dato il nome provvisorio) presenta molteplici strumenti e un miglioramento eccellente sotto l’aspetto della privacy.
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Il nuovo Megaupload, che si tratti di un Megabox più ampliato o di un servizio del tutto nuovo, si baserà infatti su un sistema di crittografia in tempo reale, in grado di proteggere la privacy degli utenti e la sicurezza del sito di file hosting dalle indagini delle autorità: infatti, se queste ultime tentassero di individuare e verificare le violazioni di copyright, incapperebbero nella violazione della normativa della privacy, annullando di fatto tutte le eventuali accuse e rendendo sterili ogni tipo di indagine.
Inoltre (dagli errori si impara), il sistema di file sharing verrà diviso in un numero impressionante di server diffusi in tutto il globo, fatta eccezione per gli Stati Uniti, allo scopo di evitare altri guai giudiziari.
Il nuovo Megaupload, inoltre, sarà arricchito di strumenti quali mail, fax, servizio VoIP, oltre a essere caratterizzato da connessione P2P.
Ad annunciare l’imminente arrivo del nuovo Megaupload (tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, si prevede), lo stesso Dotcom su Twitter, un semplice e breve messaggio sufficiente a entusiasmare la community di internet: “Piccolo aggiornamento sul nuovo Mega: il 90% del codice è stato completato. I server sono in arrivo. Avvocati, media partner e investitori pronti. Siate pazienti, sta arrivando!”
Come abbiamo già detto, non sappiamo se verrà tutto incorporato in Megabox o se si tratta di due progetti differenti: quel che è certo è che gli utenti di internet hanno già espresso il loro entusiasmo nel vedere il ritorno di Megaupload, mentre le case discografiche e cinematografiche stanno tremando al solo pensiero di non riuscire più a fermare il loro nemico numero 1.
Nuova Zelanda in imbarazzo
Sarà stato anche per gli errori di valutazione grossolani delle autorità relative all’arresto di Kim Dotcom, senza contare la perquisizione della sua villa in stile "gangster movie" hollywoodiano. Kim Dotcom ha spesso giocato a fare la vittima, in questi ultimi tempi, pur non mancando di provocare le autorità statunitensi e soprattutto le compagnie discografiche e cinematografiche. È notizia recente, ad esempio, la rivelazione che Kim Dotcom è stato spiato illegalmente dal Government Communications Security Bureau, ovvero i servizi segreti neozelandesi. Considerando che la Nuova Zelanda è un Paese in cui la privacy è tra i diritti prioritari dei cittadini, la rivelazione da parte del premier kiwi John Key allontana sempre di più il fantasma dell’estradizione negli Stati Uniti per Dotcom.
L’operazione, come si è scoperto recentemente, era a conoscenza del vice premier Bill English, il quale ha fatto di tutto perché non divenisse pubblica, tenendo Key ignaro dei fatti. Poiché Dotcom ha la residenza permanente in Nuova Zelanda e la normativa in materia di sorveglianza nel Paese ha validità solo per i cittadini stranieri (solamente il Security Intelligence Service può sorvegliare i cittadini neozelandesi previo autorizzazione), le accuse nei confronti del guru di Megavideo (che è tedesco, da qui probabilmente l’errore delle autorità) crollerebbero.
C’è grande imbarazzo nelle alte autorità neozelandesi e anche i media non ci vanno giù leggere, accusandole di essere state utilizzate frettolosamente dalle autorità statunitensi e di aver agito sotto pressione. Sul caso è stata aperta un’inchiesta, mentre Kim Dotcom gongola e annuncia nuove rivoluzioni via Twitter.
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