La Nigeria, grazie all’aggiornamento dei dati macro, è diventata la prima economia africana superando il Sudafrica
La Nigeria, il paese africano più popoloso con 170 milioni di abitanti, è diventata la prima economia del “continente nero” superando il Sudafrica. Il sorpasso è avvenuto nel giro di 24 ore. Sembra assurdo, ma è davvero così. E’ bastato aggiornare i dati, così la Nigeria si ritrova ad essere l’economia più grande dell’Africa. Nel 2012 il turbolento paese africano, uno dei principali produttori al mondo di petrolio, ha registrato una crescita del pil del 60% a 453 miliardi di dollari. Nel 2013 è avvenuta un’ulteriore crescita a 510 miliardi di dollari. Viene superato così il Sudafrica, a lungo prima economia del continente, che nel 2012 ha evidenziato un pil nominale di 384 miliardi di dollari.
La Nigeria è un paese dalle mille contraddizioni. L’economia cresce a ritmi vertiginosi, attira investitori internazionali e mostra una costante crescita del pil pro-capite (nonostante sia ancora tre volte inferiore rispetto al Sudafrica). Per comprendere la natura del fenomeno, basta osservare lo sviluppo del settore telecomunicazioni: nel 2000 c’erano appena 30.000 cellulari, oggi se ne contano 113 milioni. E poi c’è l’industria del cinema in grande espansione, ribattezzata Nollywood. La ricchezza del paese è però troppo concentrata nelle mani di pochi: nel 2010 il 61% della popolazione viveva con meno di 1$ al giorno. Nel 2012 il pil pro-capite era pari a 1.555$, nel 2013 è stato corretto a 2.688$ (in Sudafrica è di 7.508$).
Da oggi, però, il pil nigeriano sarà aggiornato contando 46 settori industriali (dai 33 precedenti) e nel calcolo figureranno anche il comparto finanziario, assicurativo e immobiliare. La principale risorsa del paese resta il petrolio, croce e delizia per la popolazione nigeriana. Da un lato la sua produzione consente al paese di crescere in modo costante nel tempo, ma dall’altro la corruzione è dilagante e i furti all’ordine del giorno. Si stima che vengano sottratti al governo dai 100mila ai 400mila barili di greggio al giorno, pari al 18% della produzione nazionale di petrolio.
La banca centrale nazionale ha denunciato la mancanza di entrate per 20 miliardi di dollari, da gennaio 2012 a luglio 2012, riscosse dalla compagnia petrolifera di bandiera ma mai contabilizzate. Per quanto riguarda gli altri indicatori macro, c’è da rilevare che la disoccupazione resta decisamente elevata, l’inflazione appena sotto le due cifre, mentre il debito pubblico ed estero è abbastanza contenuto. Sullo sfondo c’è poi un forte rischio-paese: il presidente Jonathan Goodluck deve far fronte ai continui attacchi degli integralisti islamici Boko Haram, che minacciano la stabilità politica e sociale della prima economia africana.
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