Tra due giorni, il 14 gennaio, arriveranno le dimissioni di Giorgio Napolitano. Ma cosa succederà dopo? Quanto tempo ci vorrà per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e come funzionano le elezioni? Ecco tutto ciò che c’è da sapere
Ormai sembra essere certo. Le dimissioni di Giorgio Napolitano arriveranno mercoledì 14 gennaio. Tra due giorni dunque, non sarà più Presidente della Repubblica.
Il Capo dello Stato sta ultimando i compiti previsti dal suo mandato: la visita alla camera ardente di Francesco Rosi, il saluto ai dipendenti del Quirinale e ai corazzieri. Poi l’addio dopo due incarichi consecutivi (quasi nove anni).
Ma cosa succederà dopo le dimissioni di Napolitano? Ecco cosa prevede la Costituzione e l’iter da seguire.
Dimissioni Napolitano: l’iter legislativo
Nel caso in cui Giorno Napolitano tra due giorni confermasse ufficialmente le sue dimissioni, nei primi giorni di febbraio il Parlamento, riunito in seduta comune, dovrà eleggere il nuovo Capo dello Stato. Ma prima di farlo, ci saranno una serie di passaggi da seguire.
L’articolo 86 della Costituzione stabilisce infatti che:
«in caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica il Presidente della Camera dei deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni».
In questo caso, nessuno avrà il potere di accettare o no le dimissioni (come nel caso del Presidente del Consiglio ndr.), ma esse verranno considerate una decisione personale della prima carica dello Stato e diverranno effettive nel momento in cui il Segretario generale della Presidenza della Repubblica le attesterà, pubblicandole in Gazzetta Ufficiale.
A questo punto, a svolgere la "funzione di supplente" sarà il presidente del Senato (2°carica dello Stato), Pietro Grasso. Al presidente della Camera spetterà invece il compito di convocare il collegio presidenziale che eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica.
L’elezione non riguarderà i cittadini bensì i rappresentati dei vari partiti che siedono in Senato e che dovranno quindi trovare un’accordo sul nuovo inquilino del Quirinale.
Presidente della Repubblica: elezioni
Gli 8 articoli della Costituzioni riguardanti il Presidente della Repubblica (parte II, Ordinamento della Repubblica, titolo II) definiscono anche il funzionamento delle elezioni. L’articolo 83 stabilisce infatti che il Capo dello Stato viene eletto, come scritto in precedenza, in seduta comune dal Parlamento. Lo scrutinio è segreto. Ai parlamentari si aggiungono i delegati eletti dai Consigli regionali (3 per ogni Consiglio ad eccezione della Valle d’Aosta che ne elegge solo uno):
Ad oggi dunque, ad eleggere il Presidente della Repubblica sarà un corpo elettorale che consta di 1008 votanti così suddivisi:
- 630 deputati,
- 315 senatori,
- 5 senatori a vita (Carlo Azeglio Ciampi, Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia),
- 58 delegati regionali.
Per eleggere l’inquilino del Quirinale nei primi tre scrutini occorrerà raggiungere una maggioranza dei due terzi (672 voti in tutto), mentre a partire dal quarto sarà sufficiente il raggiungimento della maggioranza assoluta (505 voti).
Toto Quirinale
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha più volte ribadito che l’Assemblea non avrà difficoltà ad eleggere un nuovo Capo dello Stato in "tempi brevi", ma sull’elezione pesa l’ombra dei franchi tiratori, delle ripicche esterne e interne ai partiti, degli accordi sotto banco che due anni fa costarono la carica a Pier Luigi Bersani e costrinsero Giorgio Napolitano ad accettare un secondo mandato.
Nelle intenzioni del Premier, l’elezione dovrebbe arrivare nel corso del quarto scrutinio (con maggioranza assoluta, quindi). Tra i nomi più gettonati per occupare la carica di Capo dello Stato figurano quelli di: Romano Prodi, Pier Carlo Padoan, Raffaele Cantone e Walter Veltroni.
Per saperne di più sui possibili candidati leggere qui: Toto Quirinale: Napolitano lascia, ecco i nomi dei probabili candidati alla Presidenza della Repubblica
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