I danni ai napoletani dopo l’incendio nel campo Rom di Scampia

Felice Di Maro

6 Settembre 2017 - 08:40

Una pioggia di critiche per la sistemazione nella ex caserma Boscariello di Miano. Maurizio Moschetti, presidente della settima Municipalità, e Vincenzo Moretto, consigliere comunale di «Prima Napoli».

I danni ai napoletani dopo l’incendio nel campo Rom di Scampia

Il 17 luglio i media avevano dato notizia di un decreto di sequestro che era stato emesso dal Gip del tribunale di Napoli su richiesta della Procura che aveva disposto che tre aree del Campo Rom di via Cupa Perillo in corrispondenza dell’Asse mediano, che insiste su un’area in parte del Comune di Napoli e su una proprietà privata doveva essere chiuso. Il termine per lo sgombero era stato fissato per l’11 settembre.

In questo campo vivevano 290 persone di etnia Rom di cui 151 minori, non esistevano servizi igienici e i diversi allacci abusivi alle rete elettrica erano stati distaccati. Oltre alla realizzazione di manufatti abusivi, grave nonché allarmante era stata ritenuta dall’Asl la situazione igienico-sanitaria.

Per gli accertamenti fatti la Procura di Napoli aveva dichiarato:

"C’è un grave e attuale pericolo per la salubrità dell’aria a causa del costante incremento dei roghi di rifiuti nella zona con potenziale danno per salute della popolazione residente e in prossimità dell’area del campo rom a ridosso del quale c’è anche la scuola elementare materna ’Ilaria Alpi-Carlo Levi’".

Il 27 agosto un vasto incendio è divampato proprio nella zona di Cupa Perillo. Le fiamme si sono propagate, a quanto pare, da una vettura e il fuoco ha divorato alcuni rifiuti, per la maggior parte di materiale plastico, depositati a ridosso del campo e ben visibile a notevole distanza si è vista una colonna di fumo nero. La priorità è stata quella della sistemazione di uomini, donne e bambini che vivevano nel campo e una cinquantina circa sono state temporaneamente ospitate nell’Auditorium dell’ottava Municipalità in viale della Resistenza a Scampìa, mentre altre cinquanta dovrebbero essere ospitate in via sempre temporanea in un’area attrezzata presso la caserma Boscariello di Miano.

Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale che sta operando con la Protezione civile per attrezzare lo spazio dovrebbero essere ospitati circa 300 rom e l’assessore al Welfare del comune di Napoli, Roberta Gaeta, con rappresentanti dei Servizi Welfare della Protezione civile, della ASL e della Polizia municipale, si è recata - come diffuso dai media - all’Auditorium di Scampia dove sono state sistemate le famiglie che vivevano nell’area più prossima al luogo in cui si è sviluppato l’incendio e all’Ansa ha dichiarato:

L’obiettivo è di attrezzare l’Auditorium per migliorare il livello di privacy dei nuclei familiari.

Questa scelta imporrà che di fatto l’Auditorium di Scampia non sarà al momento disponibile almeno in toto e Maurizio Moschetti, presidente della settima Municipalità, ha dichiarato "no ai rom nelle caserme Boscariello a Miano".

Non si tratta come si potrebbe pensare di non voler dare una sistemazione alle famiglie dei nomadi ma di come si vuole risolvere un problema che si riconosce che esiste. Ecco cosa ha dichiarato il presidente della settima Municipalità:

Ricordiamo che le caserme dismesse avrebbero dovuto ospitare la Cittadella dello Sport, un sogno che stava per avverarsi per i residenti di questo territorio penalizzati da decenni di degrado e cattiva amministrazione. La notizia di queste ore ci riporta a tutt’altre prospettive che nulla lasciano intravedere sul piano del rilancio dei quartieri a nord della città.

Ancor più grave è che ancora una volta la Municipalità, istituzione di prossimità e front office delle esigenze dei cittadini venga ignorata da un sindaco e dalla sua giunta che si preoccupano di confrontarsi, se così si può dire, soltanto con le Municipalità a loro vicine.

Una decisione del genere non terrebbe conto delle esigenze del territorio e aggiungerebbe degrado a degrado, negando ogni aspettativa di riqualificazione e incrementando il divario rispetto ai quartieri centrali. Affronteremo questa battaglia sotto il profilo istituzionale, a tutela del nostro territorio.

Nel consiglio comunale di Napoli del 5 settembre, dopo un lungo dibattito animato dal Capogruppo di «Prima Napoli» Vincenzo Moretto sulla situazione del Campo Rom di Via Cupa Perillo, è stato approvato a maggioranza la parte più impegnativa di un alquanto copioso Ordine del Giorno che lo stesso Moretto aveva presentato. Ecco il testo:

Si impegna l’Amministrazione Comunale:
A predisporre un lavoro di concertazione che includa le dieci Municipalità per analizzare soluzioni condivise, al fine di intervenire con soluzioni risolutive e compatibili con le disponibilità ambientali, economiche e di sicurezza dei territori all’uopo individuati e sostenute e condivise dagli organismi istituzionali quali: Prefettura e Questura, con particolari attenzioni ai minori ed il sostegno delle A.S.L. E delle associazioni di volontariato che operano nel sociale ed in particolare nell’assistenza dei meno abbienti.

L’ordine del Giorno di Moretto è stato discusso in consiglio dopo l’informativa sulla situazione dei campi Rom da parte dell’Amministrazione comunale che era iniziata con l’intervento del vice Sindaco Del Giudice che aveva messo in evidenza l’attenzione costante dell’Amministrazione sull’area di Scampia che ha da mesi un tavolo operativo con altri soggetti come la Prefettura per realizzare un piano di riqualificazione che recuperi una serie di infrastrutture come l’autoparco di Asia nonché gli interventi sulla perimetrale per evitare sversamenti abusivi di rifiuti.

Questo piano andava nella direzione di contrasto alla logica degli sgomberi sempre in un’ottica di condivisione con le comunità e le associazioni per evitare scontri e tensioni. Successivamente l’Assessora alle Politiche sociali Gaeta aveva fornito i dati sull’accoglienza alle persone.

Nonostante gli impegni dell’Amministrazione si nota che non c’è un progetto condiviso e lo si è maggiormente visto proprio con l’intervento dell’assesora Gaeta che ha ripercorso i passaggi principali delle azioni messe in campo evidenziando che il punto di partenza degli interventi non è stato l’incendio ma proprio il dialogo avviato da tempo con la comunità Rom presente sul territorio di Scampia da trent’anni. Ha detto che i bambini sono nati in Italia e che frequentano regolarmente la scuola. Ha continuato dicendo che mentre il percorso andava avanti, c’è stata la tragedia dell’incendio che ha riguardato l’intera città e tutto il territorio ma c’era stato anche il Decreto di sgombero.

Ecco perché sono stati realizzati gli interventi a tutela della salute con l’istallazione della centralina Arpac e l’individuazione insieme alle associazioni impegnate sul territorio di sistemare le persone sfollate. Al riguardo cinque famiglie sono state subito collocate nell’auditorium e a seguito di un vertice con tutti i soggetti coinvolti è stata prevista la pulizia e la bonifica dell’area e l’allontanamento delle persone presenti nella zona dell’incendio. Tutti sono stati assistiti con generi di conforto e tutti hanno collaborato nella consapevolezza che si stava agendo per la tutela della salute e innanzitutto dei minori.

Il Sindaco Luigi de Magistris ha detto che la magistratura e le forze dell’ordine debbono individuare i responsabili dell’incendio per capire chi ha avuto interesse a competere un’azione criminale che ha creato pericoli alla salute e danneggiato i mezzi ASIA. È la città intera ad aver subito danni e ad essere stata messa in pericolo non solo la comunità Rom. Ha detto che è stata un’estate dura su più fronti.

Sulle scelte obiettivamente politiche ha dichiarato:

Non sono ammissibili voci di intolleranza e razzismo e situazioni come quelle avvenute in altre città. La nostra linea sarà sempre quella di coniugare inclusione, solidarietà, accoglienza, dignità e città rifugio. I finanziamenti, che ci sono, vanno spesi nelle politiche dell’abitare, come prevedono le norme esistenti. Ho fatto l’ordinanza per tutelare la salute dei cittadini e indicato ad Asl ed Arpac di avere costantemente dati aggiornati per pianificare gli eventuali altri interventi.

Tutto ok Signor Sindaco. Come spiegherà ai napoletani che attendono di avere una casa e un lavoro? Dovranno continuare ad emigrare in altre regioni e all’estero? Inclusione di Rom e stranieri almeno nella città di Napoli (ma io penso anche a livello nazionale!) se non ci sono processi reali di equilibrio economico significa maggiore difficoltà per i residenti storici di trovare una casa e un lavoro. Su questi temi ci sarà un osservatorio da parte dell’Amministrazione comunale? Lei non parla mai di napoletani che sono emigrati e chiaramente dimostra che non sono nella sua agenda.

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