Multinazionali e coronavirus: i settori migliori e peggiori (finora)

Leonardo Pasquali

13/05/2020

15/06/2021 - 16:41

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Difficile calcolare l’entità dei danni causati dal coronavirus all’economia mondiale ma nel primo trimestre dell’anno c’è chi ha saputo sfruttare la crisi a proprio favore e chi no.

Multinazionali e coronavirus: i settori migliori e peggiori (finora)

Il coronavirus sta avendo un impatto devastante sull’andamento delle multinazionali. I cambiamenti nelle abitudini d’acquisto hanno infatti comportato perdite ingenti per molte aziende, mentre (poche) altre sono riuscite a registrare un andamento positivo nel primo trimestre del 2020.

Non è ancora possibile quantificare esattamente il danno subito o prevedere le conseguenze future della pandemia. L’incertezza regna sovrana ma secondo molti la ripresa inizierà già nel secondo semestre.

L’Area Studi di Mediobanca ha elaborato un report dove si evidenziano i settori vincitori e i vinti dalla pandemia in base all’andamento delle grandi multinazionali nel corso dei primi tre mesi dell’anno: se la grande distribuzione, le WebSoft e il settore farmaceutico risultano i comparti migliori, tra i più penalizzati spiccano i big del petrolio, dell’energetico e della moda.

L’impatto del coronavirus sulle multinazionali

Nei primi tre mesi dell’anno le grandi multinazionali hanno accusato il colpo inferto dal coronavirus all’economia globale. La produzione industriale affonda, sopratutto nell’Eurozona, ma alcuni settori hanno saputo reagire bene e hanno fatto meglio rispetto ad altri.

Come riporta l’analisi dell’Area Studi di Mediobanca, che ha passato in rassegna i bilanci di 150 multinazionali con un fatturato annuo superiore ai 3 miliardi, in crescita in questo periodo le WebSoft (aziende Web e Software), la GDO (la grande distribuzione organizzata) e le case farmaceutiche. Soccombono nella morsa della COVID-19 i produttori di aeromobili, i colossi Oil & Energy e quelli della Moda.

I danni maggiori sono stati arrecati alle società che operano nel mercato asiatico e in particolare in Cina mentre per chi fattura nelle Americhe e in Europa gli effetti concreti potrebbero avvertirsi con qualche settimana di ritardo. La contrazione in quest’ultimo caso potrebbe avvenire nel secondo trimestre. Per gli esperti nel primo semestre dell’anno si potranno osservare i segni della crisi e nel secondo la possibile ripresa. Fare previsioni, comunque, rimane ancora molto difficile.

Settori migliori e peggiori

Il settore che ha ammortizzato al meglio le conseguenze del coronavirus sull’impianto economico è sicuramente quello delle WebSoft che ha registrato una crescita nel fatturato del 17,4% rispetto al primo trimestre 2019. Seguono le GDO e il Farmaceutico con un incremento rispettivamente del 9,1% e del 6,1%. Buone performance anche nell’area dei Pagamenti Elettronici (+4,7%), dell’Elettronica (+4,5%) e del Food (+3,4%). Per quanto concerne l’EBIT, il risultato operativo, ne escono bene la GDO (+33,6%), il Farmaceutico (+18,1%), le WebSoft (+17,6%) e l’Elettronica (+10,9%).

Tra le multinazionali in maggiore difficoltà troviamo quelle coinvolte nella produzione di aeromobili con un calo del fatturato del -22,1%, al secondo posto troviamo le aziende della Oil & Energy (-15,9%) mentre al terzo quelle della Moda (-14,1%), seguono l’Automotive (-9,1%) e le Telecomunicazioni (-2,6%). Nel risultato operativo brutte notizie per l’Energia che registra un -87,8%, per la Moda e per l’Automotive che chiudono con un -81,5% e un -75,8%.

Rimangono invece stabili i settori Media & Entertainment (-0,5%) e Drinks (-0,1%). Contrazioni dell’EBIT meno importanti si sono osservate in quest’ultimo settore (-10,1%) assieme a quello dei Pagamenti Elettronici (-8,9%), Media & Entertainment (-7,7%), Telco (-5,9%) e Food (-3,4%)

Questa, infine, la panoramica sugli utili e sulle perdite nette per il primo trimestre:

  • GDO +34,8%
  • Farmaceutico: +20,5%
  • WebSoft: +14,9%
  • Alimentare: -17,3%
  • Telecomunicazioni: -20,4%
  • Media & Entertainment: -28,3%
  • Moda: -92%
  • Automotive: -92,4%
  • Oil & Energy: in perdita
  • Aeromobili: in perdita

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