Monti: dopo le dimissioni si candida? Italia verso la crisi politica

Federica Agostini

11 Dicembre 2012 - 11:22

Monti: dopo le dimissioni si candida? Italia verso la crisi politica

L’Italia va dritta verso la crisi politica, ma c’è una possibilità che dopo le dimissioni, il Premier Monti si ricandidi? Se così fosse, il sistema politico italiano subirebbe uno scossone senza pari, ma la possibilità non è poi così remota.

Secondo alcune indiscrezioni, infatti, il Premier potrebbe pensare ad una candidatura (si parla di incontri con Montezemolo e Casini) e, se mai il Professore dovesse decidere di entrare in politica, potrebbe annunciarlo alla dichiarazione in parlamento della legge di stabilità del 2013, probabilmente una settimana prima di Natale.

Monti: perché le dimissioni?

La notizia che una volta portata a compimento la legge di stabilità, il Premier tecnico Mario Monti intenda consegnare le proprie dimissioni è stata come una doccia gelata: per i mercati, per l’Europa, per gli Italiani e per la classe politica.

I mercati, fiduciosi nella figura stabile e pacata del premier Italiano hanno risposto in maniera decisa e pungente alle possibili dimissioni di Monti: spread in pericoloso rialzo e borse in negativo.

Secondo il giornale britannico Financial Times (nell’editoriale A liberal in Rome) , quella di Monti è stata sicuramente la scelta più giusta: con la ri-discesa in campo di Berlusconi sono ripresi gli attacchi all’operato del governo tecnico, ma a questo punto per arrivare alle elezioni il governo Monti avrebbe dovuto richiedere il voto di fiducia.

Un accordo politico tra Monti e Berlusconi non avrebbe fatto altro che alimentare l’incertezza politica sul nostro paese. "Oltre al fatto che nessuna parte politica dovrebbe giungere al compromesso con il magnate dei media/politico che ha sacrificato il futuro del suo paese favorendo i propri interessi" -scrive testualmente il giornale.

Con buona probabilità, dunque, le elezioni si terranno a febbraio e, dopo un intermezzo tecnico (pur necessario a ritrovare la credibilità sul fronte internazionale), a Roma si torna a fare politica, ma chi salirà al governo avrà compiti ben definiti, ovvero seguire il tracciato lasciato dal governo tecnico: implementare i processi di riforma necessari tanto sul fronte interno, quanto su quello europeo e condurre l’economia fuori dalla recessione per poter finalmente scalare la montagna di debito che ancora opprime il nostro paese.

Italia: panorama da crisi politica

Crisi politica? Il panorama è quello, vista l’incertezza che aleggia sul futuro delle elezioni e i nomi dei candidati, ormai li conosciamo.

  • Silvio Berlusconi: cosa ci importa dello spread

C’è Silvio Berlusconi, l’uomo in campagna elettorale dal 1994 che accusa i mercati di aver reagito in maniera offensiva nei suoi confronti alla notizia della sua nuova ricandidatura. Inoltre, come ormai sappiamo praticamente tutti: "Berlusconi è l’uomo che più di ogni altra persona in Italia ha contribuito alla diffusione della crisi" sottolinea anche il Financial Times.

Ad ogni modo, secondo i sondaggi, l’uomo che a "La Telefonata" di Maurizio Belpietro dice "Smettiamola di parlare di spread, non se ne parlava mai prima di un anno fa. Cosa ci importa di quanti interessi paga il nostro debito pubblico sui nostri titoli rispetto a quanto pagano sul debito pubblico tedesco?" non ha particolari possibilità di vittoria alle elezioni. Soprattutto perché cosa significa Spread, gli italiani lo hanno capito e lo stanno pagando con le proprie tasche e, a conti fatti, oggi, sono solo una minoranza quelli a cui non interessa se agli incontri internazionali il premier del proprio paese sia in grado di confrontarsi con gli altri o se possa limitarsi a raccontare qualche barzelletta.

  • Beppe Grillo, la diffidenza internazionale

Agli occhi della stampa estera, il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo è un mistero, forse un po’ inquietante. Il fatto che non sia chiaro il programma politico e che le posizioni di Grillo siano così spesso molto forti, rendono il contesto internazionale diffidente nei confronti del M5S.

  • Pier Luigi Bersani: rassicurante, ma...

Infine, poi, viene Pier Luigi Bersani, scrive il Financial Times. Il leader Democratico è dei candidati colui che più di tutti ha dimostrato un certo rassicurante pragmatismo nei confronti della politica economica, ma sottolinea il giornale inglese, com’è già capitato in altre occasioni è piuttosto verosimile che nel caso di vittoria, la coalizione di sinistra ne vincoli l’operato quando si dovranno trattare le riforme del mercato del lavoro e dei tagli alle spese.

Monti si candida in politica?

Da più parti, da tempo, si lascia aperta la porta a Monti e ad una sua discesa in politica, ma come Grand Commis che ha passato tutta una vita al di sopra della politica, il Professore è certamente preoccupato di perdere il suo ruolo neutrale.

L’Italia va verso la crisi politica, in un contesto in cui il populismo Berlusconiano e il parco spirito rinnovatore della sinistra Democratica potrebbero essere bilanciati dall’istinto moderato di Monti.

Tra tasse e riforme, gli Italiani hanno imparato ad apprezzare lo stile sobrio di Monti, tuttavia premier non eletto. E se Monti si candidasse? La sua presenza nelle liste elettorali potrebbe mettere in discussione i sondaggi visti sino ad oggi e allora sì che sarebbe crisi politica, ma questa volta dei partiti.

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