I migranti fermi al confine fra Italia e Francia sono il simbolo della difficoltà dei Paesi UE a rispettare gli Accordi di Schengen e di una nuova sindrome NIMBY.
A Ventimiglia i migranti stazionano alla frontiera fra Italia e Francia. Lo fanno accampandosi dove possono, a causa dei sempre più restrittivi controlli effettuati dalla gendarmerie, che ora ispeziona anche tutti i furgoni provenienti dall’Italia.
Renzi vuole i visti veloci, in particolare per somali ed eritrei, a causa della loro particolare condizione di rifugiati, in un estremo tentativo di aiutarli, nonostante il “no” di Parigi al loro ingresso in Francia.
Per Cazeneuve, Ministro francese dell’Interno, il rispetto degli Accordi di Schengen - che prevedono il controllo sulle persone ai confini - passa attraverso la riammissione in Italia dei migranti che si spingono oltreconfine, richiamati da prospettive migliori di quelle offerte dal nostro Paese.
Un’osservazione da valutare, alla luce della decisione di Bruxelles di effettuare controlli sul rispetto delle regole da parte di Francia, Svizzera ed Austria.
Ora gli euroscettici mettono in pericolo i valori di libertà e fratellanza che hanno creato la base comune della fondazione dell’Unione Europea. Questa fa da scenario a dispute territoriali fra i suoi membri, mentre al di là del Mediterraneo si consuma il dramma del traffico dei migranti.
Uno spietato business li riduce a merce di scambio per un giro d’affari che si aggira attorno ai 170 milioni di dollari annui, ma alcune fra le nazioni più ricche e potenti del globo reagiscono a un tale fenomeno mostrandosi affette dalla famigerata Sindrome NIMBY.
Per chi non la conoscesse, essa consiste nell’osteggiare la realizzazione di opere pubbliche ritenute utili (ad esempio una discarica) purché non stiano nel proprio territorio.
Ora, per estensione, si usa questo termine anche per indicare chi si oppone all’ingresso dei migranti nel proprio Paese. L’acronimo inglese NIMBY, che sta per Not In My Back Yard, letteralmente “non nel mio giardino”, sembra tristemente calzante visto il cinismo e l’indifferenza che trasuda da queste baruffe fra i rappresentanti politici dei vari Paesi UE nei confronti della disperazione silenziosa di adulti e bambini africani che attraversano il deserto per poi imbarcarsi alla volta dell’Europa sulle rotte del Mare Nostrum.
E pensare che fu proprio la Francia uno degli Stati artefici nel 1985 della creazione dello Spazio Schengen.
L’attuale Commissario per l’Immigrazione UE, Avramopoulos, sottolinea come i confini debbano ormai esistere solo sulle mappe per i cittadini delle nazioni europee aderenti a tale accordo. Sarà davvero così? Ci auspichiamo di sì.
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