Confermato il cattivo andamento del mercato immobiliare.
Mai così male dal 2008.
Il 2012 è stato un anno terribile per l’Italia: la crisi e l’andamento recessivo dell’economia hanno investito in maniera pervasiva la vita delle famiglie.
Il mattone non si sottrae a questo trend negativo e gli italiani, che lo hanno sempre considerato un bene rifugio, sono costretti a rivedere in maniera sempre più drastica questa convinzione.
Crollo del mercato immobiliare 2012
Le cifre parlano chiaro: il mercato degli immobili non andava così male da quando è iniziata la crisi. Nel 2012 si sono registrate compravendite per 167.721 unità abitative, il 93,3% delle quali destinate ad uso residenziale.
Bisogna tornare al 2008 per riscontrare una situazione sovrapponibile a quella odierna, sebbene le variazioni tendenziali attuali siano ben più sfavorevoli di allora.
Alla luce dei dati rilasciati dall’Istat, riferiti al secondo trimestre dell’anno, non sembra affatto allarmistico parlare di crollo del mercato immobiliare nel 2012.
- Innanzitutto è crollata la percentuale di compravendite. La flessione registrata rispetto allo stesso periodo del 2011 è quantificabile nel 25%. In poche parole nel secondo trimestre del 2012 si sono venduti o acquistati un quarto di immobili in meno.
- Analizzato con maggior attenzione, il dato si rivela sconfortante sia per gli immobili ad uso abitativo che per quelli a destinazione economica. Gli immobili acquistati da privati ad uso residenziale hanno subito una flessione del 23,6%, mentre quelli ad uso economico del 24,8%.
- L’andamento statistico della crisi del mercato immobiliare non si distribuisce in maniera omogenea nel Paese.
Per quello che concerne la contrazione delle compravendite, i grandi centri registrano una flessione più contenuta rispetto alle realtà di provincia.
Se nelle città si registra una contrazione del 21,8% per gli edifici ad uso abitativo nei piccoli centri la riduzione è del 25,1%.
Per quel che riguarda gli edifici adibiti ad uso economico le percentuali si attestano rispettivamente a -21% e -27%.
- Inutile sottolineare come anche le percentuali dei mutui stipulati per l’acquisto di una casa siano diminuiti.
Nel 2012 se ne sono registrati il 41% in meno: 69.830 contro i 118.834 del secondo trimestre 2011.
Alla scarsa propensione delle famiglie ad investire nel mattone si deve sommare la stretta dei requisiti di accesso al credito.
Questa difficoltà di accesso ai finanziamenti ha spinto molti di coloro che sono interessati all’acquisto di un immobile a ricercare metodologie di finanziamento alternative, come, ad esempio l’affitto con riscatto.
- Anche per i mutui bisogna evidenziare l’ampia forchetta creatasi tra le diverse aree dello stivale.
A guadagnarsi la maglia nera sono le isole, dove il calo percentuale dei mutui ha superato ampiamente la media nazionale.
Parliamo, infatti di una flessione del 58,3%.
Al contrario, il centro contiene il ribasso e si aggiudica un risultato ben al disotto della media: -36%.
Come per la compravendita, anche per l’erogazione del credito si riscontra una differenza tra grandi città e provincia, le prime registrano perdite minori(-39,1%) rispetto alle seconde(-42,7%).
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