Mercati: la nuova arma (di distruzione) della finanza

Nadia Fusar Poli

21/05/2013

Mentre l’influenza della tecnologia nel mondo del trading finanziario è stato ampiamente positivo, il recente avvento del trading ad alta frequenza (HFT) ha sollevato numerose polemiche tra gli investitori istituzionali.C’è molta preoccupazione che l’HTF possa avere effetto destabilizzante sul mercato, con un notevole aumento di manipolazione del mercato.

Mercati: la nuova arma (di distruzione) della finanza

La nuova frontiera dei mercati finanziari si chiama HFT, o high frequency trading. Regolatori e investitori stanno lottando per far fronte alle nuove sfide poste dal trading ad alta frequenza, un segmento della finanza ultra-veloce e computerizzato, che rappresenta ormai la maggior parte delle contrattazioni.

Con l’HFT tutto è una questione di pochi secondi. Numerose transazioni avvengono sul mercato finanziario in tempi brevissimi e compressi, permettendo di approfittare di minimi rialzi e di ottenere un profitto considerevole in chiusura di sessione. Ciò contribuisce ad una maggiore liquidità e volatilità dei mercati e ridurrebbe drasticamente i costi di transazione individuali, eliminando l’ "errore umano".

Il ruolo percepito all’interno del mercato ha causato un notevole inquietudine tra gli operatori istituzionali e le autorità finanziarie, i quali suggeriscono che gli scambi ad alta velocità sarebbero responsabili di un aumento della manipolazione del mercato finanziario, ma anche di una riduzione della fiducia che gestori di hedge fund ripongono nella stabilità a lungo termine del mercato e nella sua capacità di essere ben regolato.

L’HFT di oggi è molto diverso da quella di tre anni fa, quando nel maggio 2010, nel bel mezzo della crisi greca, si verificò l’improvvisa e vertiginosa caduta nel Dow Jones Industrial Average. Un evento che entrò negli annali di Wall Street e ricordato come Flash Crash. Secondo la Sec, l’autorità di Borsa americana, la causa principale fu proprio il ricorso a un sistema di HFT, che nell’arco di pochissimi minuti contribuì a spingere l’indice verso il basso.

Il termine HFT descrive insiemi di dati che sono così grandi o complessi (o entrambe le cose) che non possono essere gestiti in modo efficiente con software di tipo standard. I mercati finanziari sono importanti produttori di big data. E’ ormai lontano il tempo in cui gli operatori compravano o rivendevano a forza di grida o, magari, usando il telefono. I mercati di oggi sono elettronici e i nuovi algoritmi consentono di automatizzare in una manciata di secondi svariati processi: compravendite, quotazioni, comunicati statistici ufficiali, sondaggi, articoli di giornale, ecc… Ma essere veloci non è sufficiente.

Le società HFT sempre più frequentemente si affidano al "trading strategico sequenziale". Si tratta di algoritmi che analizzano i grandi dati finanziari, nel tentativo di riconoscere le impronte lasciate da specifici operatori di mercato. Questa nuova forma di HFT può avere rischiosi effetti, come è accaduto nel cosiddetto "hash crash" del 23 aprile 2013 - il crollo di mercato causato da un tweet fasullo su un attacco terroristico contro Barack Obama, inviato da un feed dell’Associated Press Twitter. A differenza del crollo del maggio 2010, non si è trattato di un folle incidente determinato da vendite rapide. Di fatto, non è stato un problema di velocità. Piuttosto, si è trattato di un big data crash! Se le autorità di regolamentazione non riusciranno a capire la differenza, si correrà il rischio che le nuove regole della finanza ad alta velocità, siano utilizzate per affrontare sfide vecchie e ormai superate.

Da un paio d’anni, è diventata pratica comune per gli hedge fund carpire e cogliere il sentiment di mercato, attingendo dai social media. L’idea è di sviluppare algoritmi di negoziazione sulla base dei milioni di messaggi inviati dagli utenti di Twitter, Facebook, chat e blog, e rilevare le tendenze della domanda in relazione alle singole società. Ma questi algoritmi non si stanno dimostrando particolarmente utili ed efficaci quando si tratta di fare congetture su piccoli insiemi di dati. La nuova tendenza sembra pertanto quella di sviluppare algoritmi capaci di lanciare ordini non appena vengono pubblicate informazioni non previste o pianificate, come i disastri naturali o gli attacchi terroristici.

L’utilizzo di dati di grandi dimensioni sta trasformando i mercati. L’HFT rappresenta una sorta di potente arma di distruzione finanziaria su larga scala? Affrontare le sfide poste dal nuovo HFT richiede tecnologie capaci di comprendere le mutevoli sfide e di adattarsi in risposta all’ambiente. La buona notizia è che i regolatori sembrano riconoscere la necessità e l’urgenza di un tale adeguamento. La posta in gioco è dunque la seguente: come fare affinché gli operatori di mercato ricorrano ai big data in modo responsabile?

Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare le risorse di laboratori nazionali degli USA. Il Lawrence Berkeley National Laboratory ha il potere di effettuare supercalcoli e possiede le tecniche di analisi necessarie per monitorare in tempo reale i comportamenti degli operatori e avvisare le autorità di regolamentazione dell’adozione di un comportamento irresponsabile e pericoloso, che minaccia la stabilità. Il monitoraggio in tempo reale escluderebbe dai giochi singoli attori del mercato, preservando coloro che agiscono in buona fede.

Fonte: cnbc.com

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