Medici: legge sulla responsabilità ribalta l’onere della prova

Angelica Basile

24 Marzo 2016 - 09:34

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Legge sulla responsabilità medica, ora al Senato, ribalta l’onere della prova: è la vittima che deve dimostrare la negligenza del personale sanitario.

Medici: legge sulla responsabilità ribalta l’onere della prova

Medici: la legge sulla responsabilità è stata approvata alla Camera a gennaio ed è ora al vaglio in Senato.

Nella nuova legge viene ribaltato l’onere della prova: questo significa che in caso di presunto errore medico, dovrà essere il paziente a dimostrare la negligenza di chi lo ha curato o operato e non il medico accusato a dimostrare la propria innocenza.

Ribaltare l’onere della prova, soprattutto parlando di medici, rappresenta un cambiamento epocale in ambito di diritto civile e penale. Nelle tantissime cause mediche che ogni anno vengono portate in tribunale nel nostro Paese, spesso i dottori vengono incriminati per negligenza, per aver provocato danni ai pazienti o addirittura la morte.

Per questo, fino ad ora, i medici si sono lamentati del fatto che fossero i pazienti ad avere il coltello dalla parte del manico, mentre loro corressero il perenne pericolo di essere portati in tribunale, anche in assenza di una giusta causa. Avendo i medici l’onore della prova prima della legge, era dispendioso in termini economici e di energia cercare di portare le prove della loro innocenza.

Il paradosso dell’attività di medicina difensiva

Questa situazione ha portato alla nascita paradossale di quella che viene definita attività medica difensiva: si intendono tutti i test diagnostici e gli esami considerati inutili dai medici ma che vengono ugualmente prescritti non per eccesso di zelo, ma per la paura di finire alla sbarra del tribunale.

Questo si traduce spesso in una spesa altissima per i pazienti che devono affrontare analisi specialistiche, che in realtà non sono affatto necessarie.

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L’altra faccia dell’attività di medicina difensiva è molto più pericolosa per il paziente. Sempre per evitare di essere citati per causa, molti medici decidono di non imbarcarsi in interventi complicati e considerati a rischio, per timore che vadano male e che poi a loro tocchi affrontare il tribunale.

Questo significa che molti pazienti non ricevono tutti i trattamenti necessari per la guarigione, perché spesso si tratta di interventi chirurgici nei quali l’errore umano rappresenta una probabilità più alta.

Legge sulla responsabilità: cosa cambia per i medici

Con la legge sulla responsabilità, dal punto di vista penale, per i medici cambiano principalmente due cose. Innanzitutto, nel caso in cui un medico provocasse un danno o la morte ad un paziente “per imperizia” (come si può trovare nel testo di legge), risponderà di omicidio o lesioni personali solo nel caso in cui venga dimostrato che abbia commesso una colpa grave.

In secondo luogo, se di un dottore si vorrà dimostrare la negligenza, l’impreparazione ad una pratica medica oppure la volontà di dolo, il paziente dovrà portare prove concrete e la ricerca di quest’ultime sarà comunque a carico suo.

Legge sulla responsabilità: cosa ci guadagnano i pazienti

Se per i medici la legge sulla responsabilità significa un cambiamento in positivo, per i pazienti sicuramente il ribaltamento dell’onere della prova sarà un importante deterrente nell’intentare causa ad un dottore.

Cosa ci guadagnano, quindi, i pazienti? Principalmente, il paziente ci guadagna il fatto che nella legge è prevista una velocizzazione della pratica per ottenere un rimborso dall’ospedale, visto che si potrà procedere verso la compagnia assicurativa in maniera diretta, eliminando l’ostacolo degli intermediari.

Anche se neppure questo potrà garantire ai pazienti il risarcimento. Sono tantissimi i casi di morte o danni per paziente in cui vengono decisi dei rimborsi che poi le compagnie assicurative non pagano perché si danno alla macchia.

Legge sulla responsabilità: quali sono le critiche

La legge che ribalta l’onore della prova per quanto riguarda i medici ha suscitato molte critiche, in primis dalla popolazione civile, formata da tutti potenziali pazienti che si vedono ostacolati nel caso in cui vogliano intentare una causa per negligenza verso un dottore.

Ma le critiche sono arrivate anche dalle associazioni di difesa del malato, che si chiedano come faccia un paziente sotto anestesia a raccogliere le prove da portare in tribunale contro un medico. Suggeriscono, nel caso in cui la legge passasse anche al Senato, di mettere l’obbligo di registrazione di tutte le operazioni.

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