Sperona e uccide la sorella per la sua relazione: cosa è successo a Maria Paola Gaglione

Martino Grassi

13 Settembre 2020 - 19:43

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Maria Paola Gaglione è morta dopo un incidente in scooter causato dal fratello che non accettava la sua relazione con un ragazzo trans. Dalla politica si solleva nuovamente la richiesta di una legge contro l’omotrasfobia.

Sperona e uccide la sorella per la sua relazione: cosa è successo a Maria Paola Gaglione

Maria Paola Gaglione è stata inseguita, speronata e uccisa dal fratello, che voleva punirla per aver intrapreso una relazione sentimentale con un ragazzo trans. Si allunga la lista dei crimini compiuti in nome della omotransfobia in Italia e dalla politica si solleva nuovamente la richiesta di una legge apposita.

Le dinamiche dell’incidente avvenuto a Caivano, nel napoletano, costato la vita alla ragazza appena diciottenne ancora non sono del tutto chiare, secondo gli inquirenti la ragazza si trovava sul motorino insieme al suo fidanzato e sarebbe stata inseguita dal fratello, il quale ha iniziato a prendere a calci il veicolo su cui si trovavano i due, facendolo finire fuori strada.

Maria Paola Gaglione uccisa dal fratello

Maria Paola Gaglione aveva ormai da tempo una relazione sentimentale con Ciro, un ragazzo trans, un amore che non piaceva al fratello, tanto da spingerlo a punire la sorella per essersi fatta infettare dal fidanzato. La coppia era in motorino, diretta ad Acerra, dove i due sarebbero dovuti andare a vivere insieme.

Il fratello di Maria Paola Gaglione avrebbe quindi iniziato a seguirli sempre a bordo di un’altra motocicletta con lo scopo di darle una lezione e causando una colluttazione tra i due mezzi che è costata la vita alla ragazza, morta sul colpo. Il ragazzo invece ha riportato alcune ferite, e adesso si trova in ospedale, ma non è in pericolo di vita.

Il fratello di Maria Paola Gaglione, Michele Antonio Gaglione, è stato fermato dalle forze dell’ordine nelle scorse ore, ed avrebbe ammesso ai Carabinieri le proprie responsabilità. Adesso è stato accusato di omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia e si trova nella Casa Circondariale di Poggioreale in attesa dell’udienza di convalida. Durante l’interrogatorio Michele Antonio avrebbe inoltre aggiunto che il suo intento non sarebbe stato quello di uccidere la sorella ma solamente quello di “darle una lezione”, dopo che sarebbe stata “infettata” dal fidanzato.

La famiglia della vittima ha preso le difese del figlio dichiarando che “Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa, ma non l’ha speronata, è stato un incidente. Sulla vicenda si è espresso anche il parroco del paese, il quale ha giustificato l’omicida affermando che non era preparato culturalmente a vivere la relazione della sorella con un’altra donna. Non sapevo della loro relazione, ma conoscevo la scelta di Ciro, che rispetto. Per loro non sarà stato facile, ancora oggi queste persone fanno fatica a farsi accettare”.

La richiesta di una legge contro l’omotransfobia

Il crimine ha sollevato le reazioni anche della politica, oltre che delle associazioni LGBTQ+ che hanno ribadito la necessità di una legge contro l’omotrasfobia. Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center e Responsabile Gay Help Line ha richiesto “giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare”.

Anche la politica si è mobilita e diversi esponenti politici hanno richiesto una pena severa per il colpevole dell’omicidio, come Alessandra Maiorino, la vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, che ha definito l’accaduto come “una vicenda di degrado, di omofobia, di brutalità, di subcultura della vergogna e dell’onore. Una vita spezzata per una sola ragione: amare una persona dello stesso sesso”. Anche Giorgia Meloni, attraverso un post su Facebook ha richiesto una “pena esemplare per questo schifoso assassino aggiungendo che:

“C’è una violenza atroce che dilaga tra i giovani e che continua a sfociare in simili episodi. Un inaccettabile degrado che abbiamo il dovere di arginare al più presto. Lo Stato deve tornare a farsi sentire e dare il messaggio chiaro che la violenza non è tollerata e chiunque la pratichi ne dovrà rispondere davanti alla legge”.

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