MPS pronto il Capital plan in attesa della riunione del CDA

Federico Migliorini

5 Novembre 2014 - 15:22

Monte dei Paschi frena la caduta in borsa e aspetta il CDA che dovrebbe ratificare il Capital Plan da oltre 2 miliardi di euro per la ricapitalizzazione dell’istituto, che sta pagando in borsa un conto molto salato, dopo le dichiarazioni sui risultati degli stress test diffusi dalla BCE la scorsa settimana.

MPS pronto il Capital plan in attesa della riunione del CDA

Dopo il comunicato diffuso nella serata di domenica, e voluto dalla Consob, Monte dei Paschi prova a rialzare la testa. Ieri il titolo a chiuso con un lieve rialzo, a +1,48%, dopo una giornata turbolenta, con il titolo sospeso dagli scambi più volte. In poco più di una settimana siamo già 2 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati.

Questo è il conto salato che ha dovuto pagare MPS dopo la comunicazione dei risultati degli stress test diffusa la scorsa settimana dalla BCE. Intanto però l’istituto di Rocca Salimbeni si sta muovendo alla definizione del Capital Plan. Il CDA sembra pronto a valutare l’ipotesi ormai più concreta per ripatrimonializzare l’istituto, ovvero un aumento di capitale da circa 2,1 miliardi di euro, ma rumors delle ultime ore parlano di cifre maggiori. I soci sono già stati messi in preallarme, e con buona probabilità, non faranno mancare il proprio appoggio all’istituto.

L’aumento di capitale dovrebbe tenersi nel secondo trimestre 2015 e sarà gestito dagli stessi advisor che avevano assistito MPS nell’ultimo aumento di capitale dell’estate scorsa, con Ubs e Citigroup a guidare le operazioni, ma anche Mediobanca, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Barclays e Merrill Lynch faranno parte dell’operazione. Secondo l’agenzia Afp i soci francesi di Axa (quota del 3,72% del capitale) avrebbero già dichiarato di essere pronti a partecipare pro quota, mentre anche la Fondazione MPS (titolare di una quota del 2,5% del capitale), avrebbe già in pancia la liquidità di oltre 52,5 milioni di euro necessari per aderire pro-quota. D’altronde, come potrebbe essere altrimenti, i principali soci, infatti, per non rischiare di compromettere l’investimento dell’ultimo aumento di capitale sono costretti a coprire anche questa nuova iniezione di liquidità.

Il Capital plan messo a punto in queste dai top manager guidati da Fabrizio Viola e Alessandro Profumo potrebbe prevedere anche altre operazioni non proprio di contorno, che serviranno a colmare il deficit di capitale emerso dal comprehensive assessment valutato dalla BCE la scorsa settimana. Stiamo parlando della possibilità di un prematuro rimborso dei Monti Bond, che dovrebbe avvenire nel periodo pre-aumento di capitale, cosi come la vendita di alcuni asset già programmata da tempo, ma mai avvenuta per mancanza di acquirenti realmente interessati.

In attesa della decisione definitiva del CDA, arrivano anche le parole della BCE, dal capo della supervisione dei grandi istituti di credito Daniéle Nouy, che ha rivendicato la correttezza degli stress test della scorsa settimana, definendoli, “un esercizio equo e paritetico”. Su Monte dei Paschi, ha precisato che l’istituto potrà recuperare dalla “cattiva gestione” passata soltanto se tornerà a fornire credito alle piccole e medie imprese. Intanto, da oggi, la BCE assumerà ufficialmente la vigilanza sui 120 maggiori istituti di credito, un piccolo passo verso la tanto sperata unione bancaria europea.

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