MPS: arriva l’aumento di capitale, ma la Fondazione non si arrende.

Vittoria Patanè

26 Novembre 2013 - 18:13

MPS sprofonda in morsa nel giorno in cui viene approvato l’aumento di capitale da 3 miliardi.

MPS: arriva l’aumento di capitale, ma la Fondazione non si arrende.

Il consiglio d’amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena ha approvato a maggioranza la ricapitalizzazione da 3 miliardi di euro volta a rafforzare il proprio patrimonio e restituire parte dei Monti Bond già a partire dal 2014.

Il tutto dovrebbe concretizzarsi entro i primi tre mesi del prossimo anno, nonostante la netta opposizione della Fondazione che fino alla fine, ha cercato di far slittare l’aumento di capitale voluto da Profumo e soci.

A questo punto si attende solo il sì da parte della Commissione Europea al programma di ristrutturazione 2013 – 2017.

L’aumento di capitale

Il CDA della Banca, con l’approvazione dell’aumento di capitale da 3 miliardi, ha confermato le indiscrezioni della vigilia, che parlavano di un piano superiore a quei 2,5 miliardi di euro indicati dalla UE per ripagare i 4,07 miliardi di Monti bond.

L’aumento, subordinato all’approvazione da parte di Bruxelles del piano industriale quadriennale proposto dall’istituto e al consenso dell’assemblea degli azionisti che si riunirà alla fine del prossimo mese, dovrebbe concretizzarsi nel primo trimestre del prossimo anno e verranno utilizzati per rimborsare il 70% dei Monti Bond e la cedola su di essi maturata per l’esercizio in corso e pagabile nel 2014.

A guidare il consorzio bancario di garanzia ci sarà UBS (che ha preso l’onere di sottoscrivere il capitale inoptato a condizione che esso non superi i 3 miliardi di euro), insieme ai co-global coordinators Citigroup, Goldman Sachs, Mediobanca, Banca di Credito Finanziaria e ai joint bookrunners arclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, Jp Morgan, Morgan Stanley e Société Générale.

La Fondazione

La Fondazione MPS, azionista di maggioranza della banca con il 33,4% delle quote, ha cercato fino all’ultimo di bloccare la ricapitalizzazione allo scopo di guadagnare tempo per vendere una parte delle proprie azioni e pagare quei 350 milioni di debiti che pesano come un mattone sull’istituto.

Antonella Mansi ha cercato di prendere tempo, ma il no di Profumo è stato netto. Alla fine, ha dovuto arrendersi, anche se è probabile che nel corso del CDA i rappresentanti della Fondazione abbiano cercato di fermare l’aumento votando contro o astenendosi.

La reazione della Borsa

Dopo aver rischiato un vero e proprio tonfo, perdendo nel corso delle contrattazioni addirittura il 12%, il titolo ha chiuso la seduta borsistica odierna con un -5,93% a 0,184 euro per azione.

I motivi di cotanta volatilità sono presto detti: la velocità della ricapitalizzazione è dovuta alla volontà da parte dei vertici della banca di evitare che la stretta della Vigilanza Unica aumenti ulteriormente la criticità di un sistema creditizio già instabile.

Per lo stesso motivo, l’emissione avverrà ad un prezzo bassissimo: l’aumento scatterà con ogni probabilità a 5 centesimi, pari a uno sconto sul «Terp» superiore al 40%; quindi le azioni potrebbero essere raggruppate cento a una.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it