Antonella Mansi lascia la presidenza della Fondazione MPS dopo un anno di totale rivoluzione. Ripercorriamo le tappe del suo mandato, i cambiamenti più importanti dell’ultimo anno e cerchiamo di capire quale sarà il futuro dell’ente senese
Antonella Mansi dice addio alla Fondazione MPS. Non è una sorpresa, per carità, ma dopo quasi un anno di fuoco erano in molti a pensare (e sperare) che la donna che ha rivoluzionato l’ente senese rimanesse al suo posto.
E invece no. Il presidente ha deciso di lasciare. Il prossimo 9 giugno scadrà il suo mandato annuale e non ci sarà nessun rinnovo. La Mansi aspetterà di partecipare all’ultima, fondamentale, assemblea relativa all’aumento di capitale da 5 miliardi e poi tornerà a dedicarsi a pieno a Confindustria e all’azienda di famiglia.
8 mesi in Fondazione
Sono passati 8 mesi da quando il vicepresidente di Confindustria ha fatto il suo ingresso a Palazzo Sansedoni. 8 mesi in cui la banca senese (ma soprattutto la Fondazione) ha radicalmente cambiato il suo volto, diventando ormai, de facto, una public company controllata da fondi esteri (Fintech, Blackrock e BTG Pactual su tutti, per un totale del 28,7%).
Era arrivata con il preciso scopo di rivoluzionare la situazione dopo un anno di scandali, vicissitudini economiche e polemiche politiche che avevano ridotto Monte dei Paschi a uno scheletro. Quella che era la banca più antica e gloriosa d’Italia rischiava di scomparire travolta da Alexandria, Nomura e Santorini, che ancora oggi sono noti al pubblico come “i derivati della vergogna”.
Tra i colpevoli della situazione c’era, per molti, anche la Fondazione MPS. Troppe ombre, troppi legami con la politica locale e nazionale, troppi interessi in gioco.
La Fondazione MPS 8 mesi dopo
Antonella Mansi doveva cambiare tutto e l’ha fatto. La Fondazione non è più l’ente che, solo un anno fa, si reggeva a stento in piedi, ma soprattutto, non è più la padrona assoluta e incontrastata di MPS.
Negli ultimi 5 mesi Palazzo Sansedoni ha venduto il 31% del proprio capitale, passando dal 33,6 al 2,5%. Ma non solo: ha estinto 340 milioni di euro di debito, ha ricavato 450 milioni di avanzo comprensivi della quota ancora in suo possesso, ma soprattutto ha stretto un patto para-sociale con il 6,5% di BTP Pactual e Fintech Advisory Inc. che le permetterà ancora di dire la sua sull’istituto senese. Dopo il via libera arrivato pochi giorni fa da Bankitalia e ministero dell’Economia, la Fondazione continuerà infatti ad avere un’influenza sul 9% complessivo di MPS per la nomina dei futuri vertici.
I motivi dell’addio
I motivi che hanno spinto Antonella Mansi a lasciare sono molti e li ha spiegati lei stessa:
"Ero stata chiamata con un compito preciso: mettere in sicurezza il patrimonio della Fondazione. Missione compiuta: l’Ente ha saldato i debiti con le banche e gli enti locali, ha un patrimonio liquido di 450 milioni che le permetterà di partecipare alla prossima ricapitalizzazione da 5 miliardi della Banca
(in patto di sindacato con Btg Pactual e Fintech) e di diversificare gli investimenti (oggi le azioni di Mps rappresentano solo il 23,5% del patrimonio dell’Ente rispetto all’80,6% di otto mesi fa). E io ho esaurito la funzione per la quale ero stata chiamata. Lascio.
E ancora:
Lascio perché mi ritenevo "in prestito" a Siena per quella che è stata una delle partite più sfidanti degli ultimi anni per questo territorio. Io faccio un altro lavoro, il manager nella mia azienda, e voglio recuperare la dimensione imprenditoriale. In questi mesi abbiamo rotto molti tabù, in primis la "sindrome dell’azionista di controllo", ma c’è un altro tabù che è opportuno infrangere: il governo dell’Ente non è un mestiere, ma un’opportunità di servizio al territorio".
Tornerà a fare la vicepresidente di Confindustria e a guidare l’azienda di famiglia, la Nuova Solmine SPA, principale produttore italiano di acido solforico. Ma prima avrà ancora un ultimo compito da svolgere: partecipare all’assemblea straordinaria che si terrà mercoledì prossimo sull’aumento di capitale da 5 miliardi.
Il futuro della Fondazione MPS
Non c’è ancora un toto-nomine, ma dal momento in cui è arrivato l’annuncio, sono in molti a pensare che la guida della Fondazione sarà affidata a Enrico Todaro, oggi consigliere ed ex dirigente dell’ente.
Bruno Valentini, sindaco di Siena, per adesso prende tempo e dichiara di voler provare a far cambiare idea alla Mansi:
"Proverò ancora a convincerla, ma evidentemente è come un allenatore che ha vinto lo scudetto e decide di voler provare a vincerlo con un’altra maglia. Il prossimo presidente? Ora che la Fondazione è risanata, penso ad un senese che abbia relazioni e proiezioni nazionali".
Ma il compito di scegliere un nuovo presidente spetterà principalmente a lui, in qualità di grande elettore.
Mentre la ricapitalizzazione di Monte dei Paschi di Siena si avvicina, il futuro della Fondazione torna ad essere un’incognita.
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