Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, denuncia il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ecco i motivi che hanno spinto il rappresentante del M5S a rivolgersi alla Corte dei Conti
E’ passato quasi un mese e mezzo, ma l’ira del Movimento 5 Stelle relativa alle vacanze che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha trascorso a Courmayer con la sua famiglia non accenna a placarsi. La polemica infuria e Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, decide di passare dalle parole ai fatti, denunciando il Premier alla Corte dei Conti.
Secondo il M5S infatti, Renzi avrebbe sperperato i soldi dei contribuenti utilizzando un volo di Stato.
La Storia
Nel corso delle feste natalizie, il Premier Matteo Renzi ha trascorso alcuni giorni a Courmayer con la famiglia. Per recarsi nella famosa località sciistica ha utilizzato un volo di Stato con partenza da Roma e arrivo ad Aosta, usando, secondo i 5Stelle, i soldi dei contribuenti per "andare a sciare con la famiglia".
Renzi: la denuncia di Di Maio
Già lo scorso dicembre, il Movimento 5 Stelle aveva attaccato duramente il Presidente del Consiglio. Tutto sembrava essere tornato alla normalità, ma evidentemente, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio la pensa in modo diverso. Il rappresentante grillino ha infatti comunicato di aver presentato una denuncia alla Corte dei Conti. Il motivo? Eccolo:
"La sua vacanza è costata 70mila euro, più del doppio dello stipendio annuale di un cittadino italiano. Se per loro tutto questo può essere giustificato da ragioni di sicurezza, devono avere il coraggio di spiegarlo ai contribuenti. Mentre si continua a parlare solamente di legge elettorale e riforma del Senato, le tasse aumentano e si sperpera denaro pubblico. Un dato per tutti: con il governo Renzi i costi della politica sono aumentati del 2 per cento".
Se tale dichiarazione non fosse abbastanza, vi segnaliamo anche il post pubblicato da Di Maio sul suo profilo Facebook:
Stamattina io e Paolo Nicolò Romano Deputato 5 Stelle siamo stati alla Corte dei Conti per denunciare Renzi e presentargli il conto. Sembra che il suo volo di Stato per recarsi a Courmayeur a capodanno sia costato più di 70.000 euro. Si giustificano con le "ragioni di sicurezza".
Per andare a sciare "in condizioni di sicurezza", in 24 ore ha speso tre volte lo stipendio annuo di un cittadino italiano.
La sicurezza non c’entra nulla. Siate onesti almeno in questo,chiamatela PAURA DEI CITTADINI.
Non si capisce cosa c’entri in questo frangente la paura dei cittadini, ma il punto è un altro: la denuncia.
Dal punto di vista morale le parole di Di Maio sembrano altamente condivisibili. Un Presidente del Consiglio che, in un periodo come questo, spende 70mila euro dei contribuenti per andare in vacanza, sembra quantomeno inopportuno.
Il problema è che dal punto di vista legale, il comportamento di Renzi è assolutamente legittimo e questo Luigi Di Maio lo sa benissimo. Perché? Perché secondo le leggi italiane, il Premier e i suoi familiari sono sottoposti a un protocollo di sicurezza "speciale" in base al quale muoversi con la scorta e in condizioni sicure è indispensabile.
La scelta di utilizzare un volo di Stato si spiega proprio per questo motivo. Anzi, si potrebbe anche dire che se Matteo Renzi avesse utilizzato altri mezzi per muoversi, le misure di sicurezza sarebbero state ancora più ingenti, costandoci de facto molto di più. Inoltre bisogna sottolineare che, il quotidiano Aosta Oggi, lo scorso dicembre aveva spiegato che l’aereo statale era stato utilizzato anche per testare le condizioni di sicurezza dello scalo.
Come affermato in precedenza dunque, se da un punto di vista morale le lamentele del Movimento 5 Stelle non fanno una piega e appaiono giuste e opportune, dal punto di vista giuridico non potranno mai essere accolte, mentre da un punto di vista prettamente politico suonano più come un atto propagandistico che altro.
La Corte dei Conti, in base alla legge, non potrà far altro che rigettare l’esposto, dato che in questo caso non è ipotizzabile alcun danno erariale e la denuncia si risolverà in un nulla di fatto. A questo punto, pensare che sia stata presentata solo per suscitare qualche polemica in più, sembra d’obbligo.
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