Leva e margine sono due concetti fondamentali nel trading.
Il margine può essere considerato come un prestito concesso dal proprio broker che dà la possibilità di fare leva sui fondi per entrare in un trade maggiore del suo conto disponibile. Per utilizzare il margine bisogna avere un conto che lo preveda. Bisogna poi sottolineare che il denaro prestato dal broker non è gratuito, ma richiede certamente degli interessi. In genere il margine non è un grande problema per gli scalper o i day trader, tuttavia uno swing trader può aspettarsi di pagare interessi compresi tra il 5 ed il 10% del prestito ricevuto per mezzo del margine.
Di pari passo con il margine viene la leva: utilizzando il margine si dà origine alla leva. La leva è l’aumento di potere d’acquisto disponibile per i possessore di un conto che prevede il margine. In sostanza, la leva consente di pagare meno del prezzo pieno di un trade, dando la possibilità al trader di entrare in posizioni più grandi di quanto il suo conto permetterebbe. La leva si esprime come rapporto. Ad esempio, una leva 2:1 indica che saremo in grado di mantenere una posizione grande il doppio del valore del nostro trading account. In altre parole, se il nostro conto ammonta a 25 mila Euro, con una leva del 2:1, potremo operare come se avessimo un conto di 50 mila euro.
Importante: non tutti gli strumenti consentono il margine. Inoltre, la leva varia di attività in attività, arrivando anche a 100:1 per alcuni broker Forex.
Aumentano le vincite, ma anche le perdite. Ciò che occorre assolutamente sottolineare è che la leva non amplifica soltanto le possibili vincite, ma anche e soprattuto le potenziali perdite.
Facciamo un esempio pratico
Il titolo ABC è venduto a 100 euro per azione e secondo le mie analisi il prezzo è destinato ad aumentare. Con una leva di 2:1, decido di utilizzare i 10 mila euro del mio conto, insieme ai 10 mila del margine dal broker per comprare 200 azioni (senza il margine avrei potuto comprare soltanto 100 azioni).
A seguito della pubblicazione di una notizia impattante sul mio titolo, le azioni salgono del 25%. Il mio investimento vale 25.000 euro e decido di chiudere la posizione. Dopo aver ridato al broker i 10.000 euro del margine, ne ho ancora 15.000: ovvero un profitto di 5.000 euro. In conclusione, grazie all’effetto del margine sono riuscita a realizzare un profitto del 50% dell’investito, anche se il prezzo delle azioni è aumentato del solo 25%.
Ora, supponiamo che le cose siano andate diversamente. Anziché salire, le azioni sono scese del 25%. Con un prezzo di 75 euro per azione, il mio investimento iniziale (20.000 euro) vale 15.000 euro. Mi rendo conto che il prezzo potrebbe continuare a scendere e decido così di chiudere la mia posizione. A questo punto, dovrò restituire i 10.000 euro al broker e mi rimarranno soltanto 5.000 euro. Complessivamente ho subito una perdita del 50% del totale investito anche se il prezzo delle azioni è sceso solo del 25%.
Questo esempio può sembrare poco realistico per via delle cifre esorbitanti; un trader alle prime armi muove sicuramente capitali più piccoli, ma il concetto rimane lo stesso: utilizzando il margine è possibile duplicare i propri guadagni, ma ugualmente anche le perdite risulteranno duplicate.
Conclusioni
Fare trading sul margine comporta dei rischi che possono non essere adatti a tutti i tipi di investitore. Tali conseguenze possono essere mitigate utilizzando correttamente gli strumenti protettivi come gli ordini stop loss ed i limiti all’effetto leva, come ad esempio evitare di utilizzare l’intero margine. Oltre ad una corretta formazione sulla gestione del rischio ed il money management, sviluppare e testare un piano di trading è il modo giusto per entrare sul mercato live senza rischiare denaro reale.
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