Le liste dei candidati dovranno garantire la presenza al 50% di uomini e donne, ma senza l’alternanza obbligatoria. Nella liste bloccate potranno esserci fino a due uomini di seguito.
Questo in sintesi il risultato della votazione di ieri. Le camicette bianche delle deputate a poco sono servite e l’aula ha bocciato i tre emendamenti bipartisan alla legge elettorale che prevedevano l’alternanza di genere nei listini bloccati e la parità nei posti in lista. Inizialmente i grandi partiti hanno lasciato libertà di voto, poi però è stato chiesto la scrutinio segreto e gli emendamenti non sono passati.
Alla fine ha vinto la linea di Matteo Renzi, favorevole alla parità, ma non all’alternanza obbligatoria che comunque promette "rispetterò".
Forti proteste giungono invece dalle donne del Pd che hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. "Tradite dai nostri colleghi di partito" accusano. E chiedono al capogruppo, Roberto Speranza, una riunione del gruppo per decidere se far mancare il numero legale e impedire così la prosecuzione dei lavori sulla legge elettorale che domani dovrebbe essere licenziata dalla Camera per passare all’esame del senato.
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