Legge elettorale: nessuna intesa. Tutto rimandato a Martedì

Marta Panicucci

8 Novembre 2012 - 13:06

Legge elettorale: nessuna intesa. Tutto rimandato a Martedì

La commissione affari costituzionale si riunirà Martedì prossimo. Prosegue l’eterna battaglia sulla legge elettorale portata avanti dai partiti politici. Pdl, Lega e Udc hanno approvato, due giorni fa, l’emendamento che attribuisce alla lista che ottiene il 42,5% dei voti un premio di maggioranza, scatenando l’ira del partito democratico. Secondo Renato Schifani “le regole vanno scritte a più mani” e l’impegno, afferma sempre il presidente del Senato, “è per un testo largamente condiviso”.

Intanto si è attuato lo strappo netto tra Pd e Udc. All’indomani del blitz di Pdl, Lega e Udc c’è stata la violenta reazione dei democratici che vorrebbero la soglia per ottenere il premio di maggioranza al 40%.

La posizione dell’Udc

Il leader centrista afferma “non si può governare col 30% dei voti, è una cosa che se non fosse ridicola sarebbe lunare. Quello che è accaduto ieri in Senato è quello di cui si discute da quattro, cinque mesi”. E ricorda che corte costituzionale chiede che venga fissato un tetto sul premio al partito di maggioranza relativa. Ed è qui che nascono i problemi. Casini si interroga: “Vogliamo lasciare una legge elettorale che permette a Bersani e Vendola di raggiungere il 55% per cento con il 30% dei voti? Chi vuole questo alzi la mano, io non lo voglio.” Alla fine non si risparmia un’ultima stoccata al partito di Bersani: “Se il Pd vuole tenersi il Porcellum lo dica chiaramente, forse in questi anni si è convinto che in fondo è una buona legge.”

La replica del Pd

La risposta del Pd non si fa attendere e arriva attraverso le parole del suo Segretario: “Casini non scherzi, non può essere accettata una legge elettorale che certifica in partenza l’ingovernabilità. Non è un problema del Pd, ma dell’Italia”. Dure anche le repliche del coordinatore della segreteria nazionale Maurizio Migliavacca che invita Casini a non scherzare su un tema così serio e di Vendola che incalza: “Se avessero avuto un po’ più di rispetto per le regole democratiche avrebbero dovuto, di fronte alla paralisi che si è determinata in Parlamento, riconoscere che c’è stato il pronunciamento di un milione e 200mila italiani che hanno sottoscritto la richiesta che può essere interpretata con un articolo: si cancella il Porcellum e si resuscita il Mattarellum.”

Questi i toni dello scontro avvenuto Martedì in parlamento tra i possibili alleati Pd e Udc. Gli incontri-scontri tra gli esponenti dei partiti vanno avanti per tutto il giorno e alla fine pare che i democratici siano riusciti ad imporre l’abbassamento al 40% della soglia minima per il premio di maggioranza. Resta il problema, non da poco, circa l’entità del premio da assegnare al partito nel caso in cui nessuna coalizione raggiunga il 40%. L’Udc, come segno di distensione nei confronti del Pd, si dichiara d’accordo a posizionare l’asticella al 10%, mentre il Pdl insiste per un premio più basso, intorno al 6-7%. Martedì la parola tornerà ai partiti che dovranno cercare un accordo per sciogliere gli ultimi nodi rimasti.

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